Il Royal College of Physicians ha accusato il sistema nazionale sanitario inglese, noto come Nhs, per la sua poco efficace lotta contro il tabagismo. L'Rcp ha dichiarato che l'agenzia governativa è del tutto negligente nei confronti dei fumatori, aggiungendo poi che questo tipo di paziente viene lasciato completamente in disparte dal sistema sanitario inglese. Secondo il Royal College of Physicians si dovrebbero offrire più opzioni ai dipendenti dal tabacco, aiutandoli seriamente a smettere tramite l'utilizzo di medicinali adatti e con un percorso guidato dal medico stesso.

L'Rcp inserisce tra i presidi fondamentali per la lotta al tabagismo anche le e-cig.

Rcp: permettere ai pazienti di fumare la sigaretta elettronica all'interno degli ospedali

Nel rapporto di 249 pagine scritto dall'Rcp, supervisionato dal dottor John Britton, viene spiegato che il modo migliore per aiutare i pazienti affetti da dipendenza da tabacco a smettere è introdurli all'uso della sigaretta elettronica. Proseguendo, il rapporto indica anche che per i pazienti dovrebbe esserci la possibilità di fumare l'e-cig all'interno delle strutture ospedaliere.

Non è ancora chiaro se il collegio dei dottori ritiene che i pazienti debbano poter usare le sigarette elettroniche nelle aree comuni dell'ospedale o se in una zona allestita appositamente per poter fumare, è un dettaglio, ma ciò potrebbe comunque essere un'enorme svolta per i pazienti tabagisti che devono stare all'interno delle strutture ospedaliere, in particolar modo quelli che hanno una convalescenza particolarmente lunga.

I rappresentanti dei medici hanno poi anche aggiunto che l'incapacità del Nhs nell'aiutare i fumatori a smettere è grave quanto non riuscire a curare i malati di cancro. Le raccomandazioni si concentrano in particolar modo sull'aiutare maggiormente i fumatori che desiderano realmente smettere. Accade, qualche volta, che il medico chieda al paziente se fuma, ma è molto raro che indichino loro consigli per smettere di farlo.

Il Royal College of Physicians, il quale rappresenta rappresenta migliaia di medici in tutto il mondo, sostiene fermamente che la grande maggioranza dei fumatori vorrebbe smettere ma non lo fa per paura di non riuscirci. È in quel momento che la sanità pubblica deve entrare in gioco, aiutando questo meccanismo a compiersi con successo, sostenendo il paziente nel suo percorso per farlo arrivare al successo nella lotta al tabagismo.

L’associazione si schierò già nel 2016 dalla parte delle sigarette elettroniche come alternativa al tabacco. Adesso il collegio si è raccomandato che 'sia consentito utilizzare le sigarette elettroniche nei siti del Servizio sanitario nazionale, per aiutare i fumatori a mantenere l’astinenza e per sostenere le politiche antifumo'. Il rapporto redatto sottolinea anche come le sigarette elettroniche siano diventate lo strumento più utilizzato per la disintossicazione da nicotina, specificando che viene usata da più di un fumatore su tre, quando questo cerca di smettere.

Il collegio perciò insiste specificando che i medici dovrebbero introdurre i pazienti all'utilizzo della sigaretta elettronica, questo perché sono in pochi ormai che riescono a smettere con l'ausilio di farmaci come cerotti o gomme alla nicotina, risultando quindi essere un metodo meno efficace rispetto all'electronic cigarette.

I guadagni ed i costi legati al fumo

L'Nhs ha rivelato che i costi legati alla lotta contro il fumo ammontano a oltre un miliardo di sterline l'anno, ma quanti sono invece i guadagni legati alle sigarette? Stando a quanto dichiarato da Simon Clark, uno dei membri del gruppo Forest, nato in sostegno dei tabagisti, 'fornire servizi di disassuefazione dal fumo ai pazienti in ospedale è nel migliore dei casi un uso discutibile del denaro pubblico. I fumatori contribuiscono alle spese con 12 miliardi di sterline all'anno che spendono in tasse legate al tabacco, somma che supera di gran lunga il costo per la lotta al fumo stimato dall'Nhs'.