Due ricercatori del "Ragnar Frisch Centre for Economic Research" dell'Università di Oslo, in Norvegia, hanno pubblicato i risultati di un loro studio scientifico nel quale affermano che, a partire dagli anni '70, si sta avendo una costante diminuzione del quoziente intellettivo con 7 punti di media perduti per ogni generazione. Lo studio, dal titolo "Flynn effect and its reversal are both environmentally caused", è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences" da Bernt Bratsberg e Ole Rogeberg. L'interessante ricerca si basa su un'analisi statistica effettuata tenendo conto dei risultati di 730.000 test sul QI svoltisi dal 1970 al 2009.

In particolare le persone che hanno sostenuto queste prove sono giovani uomini in procinto d'iniziare (nei rispettivi anni) il servizio militare norvegese.

QI: la scoperta dei ricercatori norvegesi

Dall'analisi dei test, i due ricercatori scandinavi hanno constatato un abbassamento del quoziente intellettivo di circa 7 punti di media per ogni generazione. Si tratta di un dato significativo poiché va in direzione opposta rispetto al cosiddetto 'effetto Flynn' che consiste nell'aumento del valore del QI medio della popolazione. Questo fenomeno prende il nome dal professore neozelandese James R. Flynn che, a partire dagli anni '80, valutando le situazioni di circa 20 paesi dei quali erano disponibili rilevazioni affidabili, sostenne che c'era stata una crescita progressiva del QI, con una media che si aggirava intorno ai 3 punti per ogni decennio.

Ad esempio, in riferimento ai cittadini statunitensi, riportò che tra il 1983 e il 1984 c'era stato addirittura un aumento di almeno 13 punti.

Le cause del calo

Secondo quanto riportato nell'articolo scientifico pubblicato dai due ricercatori le cause del declino del QI sarebbe da attribuire principalmente a dei fattori ambientali in quanto dall'analisi dei dati a disposizione non sono emersi trend consistenti all'interno delle famiglie.

Per tale motivo Bratsverg e Rogeberg hanno escluso che tale calo possa essere dovuto a fattori come l'educazione familiare, il numero di componenti del nucleo familiare e l'aumento dell'immigrazione. I ricercatori, dall'analisi dei dati, ritengono più probabile che il problema possa essere dovuto al sistema della formazione scolastica ed allo stile di vita ed, in particolare, alla nutrizione, all'utilizzo eccessivo di strumenti multimediali (videogiochi e internet) ed alla diminuzione dell'abitudine di leggere.

Non tutti gli studiosi sono concordi con l'utilizzo del quoziente intellettivo per effettuare queste ricerche: per tale motivo alcuni studiosi hanno voluto definire un nuovo concetto di Intelligenza che include anche aspetti prettamente emotivi.