L'uso di farmaci dagli effetti dopanti, conosciuti nel settore anche con il nome di ‘smart drug’ sono approdati anche in Europa dopo il boom di vendite riscontrate negli ultimi anni soprattutto negli Stati Uniti. Si tratta di sostanze dall’effetto dopante capaci di contribuire, in maniera forte e mirata, sul miglioramento delle proprie prestazioni in ambito lavorativo e di studio.

Farmaci dopanti usati per migliorare il proprio rendimento: di cosa si tratta

Gli ‘smart drug’ sono particolari farmaci, di nuova generazione, capaci di dopare chi ne fa uso e in particolar modo velocizzare e migliorare il loro rendimento in vari ambiti.

Si tratta di una nuova tendenza, nata da qualche anno in America e che, secondo le casistiche, si starebbe diffondendo molto velocemente anche in Europa. Stiamo parlando, in pratica, di medicinali capaci di intervenire sul cervello e sull’aumento della sua attività e conseguente produttività sia in ambito scolastico che lavorativo. Raggiungere in modo veloce e poco faticoso il massimo dei risultati è la prerogativa di queste pseudo ‘droghe moderne’ che, secondo un recente studio, starebbero seriamente compromettendo il normale stile di vita e la Salute dei loro consumatori abituali. Si parla di un aumento del loro utilizzo del 9 per cento in due anni, con un riscontro, statisticamente più alto, registrato in particolar modo in Europa.

Smart drug: i risultati dello studio

Lo studio su questo tipo di farmaci, condotto dall'Università della California, è stato pubblicato sulla rivista specializzata ‘International Journal of Drug Policy’. La ricerca ha messo sotto esame alcuni medicinali, nati originariamente come stimolanti, formulati per trattare vari tipi di disordini di natura neurologica come quelli legati ai deficit dell’attenzione, all’ iperattività e ai disturbi del sonno.

L’assunzione di queste sostanze, come dimostrano i risultati dello studio, denotano un potenziamento cognitivo da parte dei soggetti sani. A subire le conseguenze negative sembra però essere il loro stile di vita e le potenziali conseguenze per la loro salute. Questo tipo di farmaci, infatti, interferiscono in modo negativo con la normale chimica del cervello, esponendolo a seri rischi di dipendenza nel tempo e problemi legati al sistema cardiovascolare.

Il problema, in Europa, risulta estremamente rilevante ma in Italia i dati a riguardo risultano ancora scarsi e il fenomeno ancora poco approfondito. Alla base del problema si percepisce il comune disagio, imposto dai ritmi della vita moderna, che ci porta ad essere sempre più esigenti e forse il nostro organismo non è pensato per pretendere, sempre e per forza, di più.