Per la prima volta, un vaccino Hiv ha superato positivamente la prima fase della sperimentazione e potrà ora essere testato su un campione di 2.300 persone per accertarne l’efficacia. Si tratta di un traguardo nella lotta all’Aids, considerato molto incoraggiante dagli scienziati che da decenni sono impegnati nella ricerca di un vaccino in grado di bloccare la prima vera epidemia globale. La notizia è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet e fa riferimento ad uno studio condotto dalla Harvard Medical School.

Aids, fa sperare la risposta immunitaria del nuovo vaccino Hiv

Secondo quanto riportato da Lancet, i ricercatori della britannica Harvard Medical School sono riusciti ad ottenere una positiva risposta immunitaria da un vaccino Hiv testato su un campione circa 400 adulti sani, di età compresa tra i 18 ed i 50 anni e dislocati in 12 diversi ospedali di Stati Uniti, Thailandia e Africa. Il vaccino messo a punto è del tipo definito ‘a mosaico’ in quanto contiene frammenti di diversi ceppi di virus provenienti da diverse zone del mondo, una scelta fatta proprio nel tentativo di mettere a punto un vaccino di tipo universale, efficace contro un più elevato tipo di modificazioni del virus. Il vaccino somministrato ai volontari ha dimostrato di poter essere ben tollerato ed ha generato una risposta immunitaria definita “robusta” dagli scienziati.

Risultati ancora più incoraggianti sono stati registrati su un campione di macachi infettati da un virus molto simile a quello dell’Hiv.

Al via i test su 2.300 persone in Africa

Gli incoraggianti risultati ottenuti in questa prima fase della sperimentazione sono tali da consentire il passaggio ad una seconda fase sperimentale che coinvolgerà un più alto numero di esseri umani.

Un traguardo finora mai raggiunto dagli altri vaccini sperimentali messi a punto negli anni passati. Il nuovo campione sarà composto da 2.300 persone ad alto rischio infettivo in Africa con la speranza di vedere confermati i risultati riscontrati sulle scimmie ammalate.

Sono 37 milioni le persone che, nel mondo, convivono con l’infezione dell’Hiv (130 mila in Italia), ai quali si aggiungono ogni anno 1,8 milioni di nuovi casi (4 mila in Italia), e che attendono buone notizie dal nuovo studio dei ricercatori di Harvard.

Questi, intanto, con la prudenza tipica degli scienziati, avvertono che la strada da percorrere verso la messa a punto di un vaccino efficace contro la sindrome da immunodeficienza acquisita è ancora lunga, benché i risultati ottenuti da quest’ultima ricerca autorizzino livelli di ottimismo mai raggiunti in precedenza.