Sono in aumento i casi di tumore tra i bambini ed i ragazzi che vivono nei pressi di siti inquinati. E’ quanto emerge dallo studio che l’Istituto Superiore della Sanità (Iss) ha condotto in 28 dei 45 siti italiani considerati a rischio dove è attivo il registro tumori. Secondo i dati, rilevati analizzando il periodo tra il 2006 ed il 2013, nella popolazione tra 0 e 24 anni i casi di tumore maligno sono aumentati del 9 per cento rispetto a quelli dei coetanei che vivono in zone “non a rischio”.
Tumori dei bambini in aumento nei siti inquinati
Gli allarmanti dati dello studio Sentieri sono stati illustrati da Ivano Iavarone, primo ricercatore Iss e direttore del Centro collaborativo OMS Ambiente e Salute nei siti contaminati, nel corso del convegno “Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati” svoltosi presso la sede del Ministero della Salute.
Scendendo nel dettaglio dei numeri, l’eccesso di incidenza dei tumori maligni registrati tra la fascia giovane della popolazione residente in prossimità dei siti inquinati è risultata essere del 50 per cento, per quanto riguarda i linfomi Non-Hodgkin, del 62 per cento per quanto riguarda i sarcomi dei tessuti molli e addirittura del 66 per cento in riferimento alle leucemie mieloidi acute.
Il rapporto ha preso in considerazione, come detto, i dati raccolti nei 45 siti contaminati di interesse nazionale, identificati secondo alcune tipologie di esposizione ambientale quali: discariche, inceneritori, raffinerie, industrie chimiche, industrie siderurgiche, amianto, aree portuali, centrali elettriche, miniere o cave.
Tra questi, si annoverano i siti delle acciaierie Ilva, delle miniere di carbone del Sulcis, la città di Casale Monferrato, contaminata dall’amianto in quanto ex sede della famigerata Eternit, le discariche della terra dei fuochi, le raffinerie di Gela.
In aumento anche la mortalità
Le 360 pagine di cui è composto il rapporto Sentieri non si occupano solo dell’incidenza dei tumori maligni in bambini e ragazzi ma anche, più in generale, del rischio di morte della popolazione.
La mortalità della popolazione che vive nei siti inquinati, infatti, è risultata essere del 4-5 per cento più alta rispetto ai dati generali italiani. Per quanto riguarda le cause di mortalità, in particolare, i tumori maligni fanno registrare un dato del 3 per cento superiore negli uomini e del 2 per cento nelle donne.
Il significato di questi dati è stato illustrato dal responsabile scientifico del progetto Sentieri, Pietro Comba, che ha sottolineato la necessità di approfondirli in ognuno dei territori presi in considerazione per capire, insieme ai rappresentanti delle comunità locali, quali sono gli interventi di risanamento ambientale più urgenti ed utili ai fini della tutela della salute dei residenti.