Il laboratorio di microbiologia di Padova, mercoledì scorso, ha comunicato la positività al virus West Nile in un paziente ricoverato presso il reparto di malattie infettive dell'ospedale di Rovigo. A darne conferma è l'azienda sanitaria Ulss Polesana in una nota. Si tratta del primo caso che si è verificato quest'anno. Il paziente, che è stato contagiato nella forma neuro-invasiva, sta reagendo positivamente alle cure che gli vengono somministrate. In particolare, l'assessore alla sanità Luca Coletto ha spiegato che il contagio in tale forma neuro-invasiva non è molto frequente ma, in ogni caso, quando si presenta, il sistema sanitario è in grado di identificare la patologia e quindi di agire per tempo mediante la somministrazione di cure efficaci.

In effetti, nella maggior parte dei casi l'infezione è asintomatica, per cui non dà luogo ad alcun sintomo particolare, soltanto nel 20% dei pazienti invece possono manifestarsi dei sintomi di scarso rilevo. Infine, in una sparuta minoranza di casi, soprattutto negli anziani o nelle persone debilitate, possono verificarsi complicazioni di natura neurologica quali l'encefalite e la meningite.

Presenza del virus in Italia

Nel nostro Paese il virus è stato isolato per la prima volta in Veneto nel 2008 dai laboratori dell'Università di Padova. il primo paziente ad essere contagiato da questo virus trasmesso dalle zanzare è risultato un donatore rodigino che non presentava sintomi. Giorgio Palù, professore nonché presidente della Società europea di virologia e direttore dell'unità di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedaliera di Padova, precisa che il virus West Nile non proviene più come in passato dal bacino del Mediterraneo, ma dall'Europa dell'Est.

In particolare, il professore sottolinea che le zanzare sono insetti vettori potenziali di molte malattie infettive, tra cui la chikungunya. Ma cos'è il virus West Nile?

Le caratteristiche del virus

Il virus è stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1937. Si tratta di un agente patogeno che appartiene alla famiglia dei Flaviviridae ed è diffuso in Africa, Asia occidentale, Australia e America.

Tale virus può essere tramesso all'uomo tramite le zanzare , in particolare di quelle appartenenti al genere Culex. Non si trasmette invece tramite contatto con le persone che ne sono state infettate. Dal momento della puntura si assiste a un periodo di incubazione che va da 2 a 14 giorni, che può invece arrivare a 21 giorni nei soggetti che presentano la compromissione del sistema immunitario.

La diagnosi si effettua tramite test di laboratorio. Allo stato attuale non esiste un vaccino, per cui la misura di profilassi più efficace consiste nell'evitare o nel ridurre al minimo l'esposizione alle punture delle zanzare. Non vi è una terapia specifica per il trattamento di questa patologia. Nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono da soli o nel giro di una settimana.