La dieta mima digiuno, anche detta dieta della longevità dal suo ideatore, il ricercatore italiano Valter Longo, influenzerebbe l’ormone della crescita, garantendo longevità, rigenerazione cellulare e un ritrovato benessere. Questo secondo gli studi del pioniere della visione nutrizionale basata sui benefici del digiuno sull’organismo umano. Specializzato in biochimica e neurobiologia, il professor Longo ha attualmente una cattedra di Biogerontologia alla University of Southern California ed è direttore del programma longevità all’IFOM di Milano.

Oggetto della sua ricerca, sin dagli albori, le dinamiche di invecchiamento cellulare e, di conseguenza, le strategie nutrizionali e le terapie anti-aging per combatterlo.

Da queste premesse, è nata la dieta mima digiuno, più nota al grande pubblico come dieta della longevità, dal titolo del primo libro del ricercatore. Un regime alimentare che permetterebbe alle cellule umane di rigenerarsi e proteggerebbe l'organismo da patologie proprie dell’invecchiamento e degli squilibri ormonali, delle malattie metaboliche, cardiovascolari e neurodegenerative, quali l’obesità e il morbo di Alzheimer. Un approfondimento necessario per conoscere la ricerca scientifica portata avanti da Valter Longo che è stato inserito di recente nella classifica dei top 50 influencer mondiali in fatto di Salute secondo il Time.

Le basi scientifiche

In principio fu l’interesse verso l’ormone della crescita. Da qui pare sia nato l’interesse scientifico per il valore delle proteine all’interno di una terapia nutrizionale adeguata per persone adulte, che avesse una dichiarata finalità anti-invecchiamento. Il ricercatore italiano di origine calabrese da allora ha iniziato a indagare la funzione dell’assunzione delle proteine e la loro relazione con l’ormone della crescita e lo sviluppo di radicali liberi.

In un suo studio pubblicato su Cell Metabolism ha dimostrato come i consumatori abituali di proteine in un quantitativo superiore al 20% dell’apporto calorico totale giornaliero, avrebbero un aumentato rischio di mortalità del 75%. Un risultato dovuto all’azione delle proteine che rappresentano il principale mediatore dell’ormone della crescita GH che avrebbe un andamento direttamente proporzionale alla quantità (e qualità) di proteine assunte.

Dal momento che l’ormone della crescita può essere anche identificato, in un’accezione parallela, con ormone responsabile dell’invecchiamento, l’equazione è presto risolta e varia al variare delle fasi di vita di un uomo. Se, dunque, fino alla fase dell’adolescenza, ossia nelle fasi di accrescimento dell’organismo umano, il ruolo delle proteine è fondamentale per il corretto sviluppo dello stesso, è stato osservato che all’ingresso della fase adulta così come per tutta la sua durata, un alto apporto proteico potrebbe diventare pericoloso. L’ormone della crescita è il predecessore dei fattori di crescita noti come IGF-1 e IGF-2 che hanno la funzione di alimentare la cariocinesi, ossia la mitosi cellulare.

Cosa che potrebbe gettare le basi per malattie gravi oncologiche e metaboliche. Oltre che, per i processi di invecchiamento.

Effetti del digiuno sull’organismo

Da una ricerca condotta insieme allo scienziato Jaime Guevara osservando una piccola comunità di nani dell’Ecuador, è stato notato il ruolo dell’ormone della crescita e della sua carenza. Da qui, è scaturita l’ipotesi del digiuno, già trattata anticamente nella pratica medica di tutte le culture, ma mai approfondita scientificamente ai livelli portati in questo caso. Il team di Valter Longo sarebbe stato in grado di dimostrare in maniera ampia e approfondita, i benefici del digiuno, analizzando che cosa succede nell’organismo umano che si trovi ad adottare questa “terapia”.

Due delle più importanti conseguenze sarebbero il ringiovanimento degli organi e un reset insulinico: l’organismo sarebbe in grado di recuperare la sua condizione di non-resistenza all’insulina che rappresenta oggi la principale causa del diabete.

Gli studi condotti dal ricercatore confermerebbero quanto sostenuto dalle antiche medicine orientali a proposito dei benefici del digiuno. Pare infatti che, durante una fase di digiuno, il corpo umano entri in uno stato di rigenerazione cellulare, attivando la produzione di cellule staminali e resettando il sistema immunitario. Secondo la dieta mima digiuno, dopo il terzo reset corrispondente alla fine del terzo ciclo di dieta, il 50% del sistema immunitario umano potrebbe essere stato completamente rinnovato.

Le basi nutrizionali

La base nutrizionale del regime alimentare della dieta della longevità si basa sulla carenza selettiva (e controllata da uno specialista) di nutrienti. Questo si ottiene privilegiando una dieta a base totalmente vegetale, ossia che eviti completamente le proteine di origine animale (tranne il pesce). Gli alimenti ammessi, dunque, sono le verdure (crude o cotte), i grassi “nobili” quali l’olio extravergine di oliva, per esempio e una piccola quantità di frutta secca. Gli alimenti da evitare, invece, sono quelli ad alto contenuto di amidi e con alto indice glicemico (come le patate). I glucidi e tutti i tipi di zucchero (compresi quella della frutta) sono banditi, così come le proteine di origine animale.

Rimane solo la quantità di carboidrati assunti con la verdura.

Ad essere esclusi da questo regime alimentare sono i bambini, i ragazzi e gli adolescenti perché in fase di accrescimento, e le persone over 65.

Lo schema della dieta mima digiuno

Lo schema alimentare della dieta mima digiuno si articola in 5 giorni e va ripetuto ogni 3 settimane circa. Lo schema del primo giorno prevede l’assunzione di 1000 calorie, suddivise tra carboidrati per il 34%, grassi per il 65% e infine proteine per un esiguo 10%. I quattro giorni successivi prevedono un’assunzione calorica di sole 750 calorie composte da carboidrati per il 47%, grassi per il 44% e proteine per il 9%.

Il ricercatore italiano suggerisce di adottare questo regime alimentare per un minimo di 3-6 mesi facendosi seguire da uno specialista medico.