Alzheimer: un recente studio, condotto dai ricercatori dell'Università americana di Louisville, ha evidenziato la presenza nel cervello dei malati di questa patologia degenerativa un tipo particolare di batteri, noti per essere responsabili di malattie di denti e gengive. Una relazione che avrebbe dell’incredibile e che i risultati della ricerca internazionale sembrerebbero indicare come possibile, un’ipotesi che andrà naturalmente confermata da ulteriori ricerche e che potrebbe rivelarsi importantissima per il futuro di questo tipo di malattia degenerativa.

Scarsa igiene dentale e Alzheimer: i risultati della ricerca

C'è un nesso, quindi, tra le parodontiti e i processi infiammatori e neurodegenerativi delle persone con Alzheimer? I ricercatori, in base all’osservazione dei dati emersi dallo studio, hanno dedotto che la demenza dovuta all'Alzheimer possa avere relazione e origine da una malattia infettiva. Non sarebbero, però, ancora ben noti, gli esatti processi della sua possibile evoluzione. Lo studio condotto da un team di ricercatori dell'Università americana di Louisville e guidato dal microbiologo Jan Potempa ha trovato la presenza del batterio Porphyromonas gingivalis, responsabile di infezioni di gengive e denti, all’interno del cervello di pazienti affetti da Alzheimer.

L’osservazione più attenta su cavie da laboratorio avrebbe confermato ulteriormente che l’infezione di questo batterio potrebbe determinare nel cervello degli animali un aumento della produzione di Aβ1-42, un importante componente nella produzione delle placche amiloidi, le cosiddette "placche senili" che rappresentano una delle caratteristiche principali della malattia di Alzheimer.

Questi esperimenti hanno inoltre suggerito dei possibili inibitori per il trattamento della colonizzazione nel cervello dei batteri Porphyromonas gingivalis e probabilmente, in un futuro, potranno essere impiegati per proteggere e prevenire i processi neurodegenerativi tipici dell’Alzheimer.

La demenza di Alzheimer: una malattia subdola che colpisce il 5% degli anziani

La patologia degenerativa colpisce la memoria e diverse funzioni cognitive del paziente, come la capacità di parlare e di pensare, portando spesso a repentini cambiamenti di umore con problematiche legate allo spazio e al tempo. La malattia, in genere, insorge in persone dopo i 60 anni. I suoi sintomi sono, inizialmente, lievi e si evidenziano con problematiche legate soprattutto alla memoria. I pazienti cominciano a dimenticare alcune cose, per poi arrivare nel corso del tempo a stadi della malattia molto gravi nei quali non riconoscono nemmeno i propri familiari e necessitano di assistenza continua anche per le attività quotidiane più semplici.