In precedenti studi era stato osservato che soggetti anziani, con un deficit cognitivo, avevano una carenza di un amminoacido solforato naturale, l’ergotioneina. Questa sostanza, dotata di proprietà antiossidante, poteva avere anche un’attività anti-invecchiamento e anti-demenza. Per chiarire questo aspetto, all'Università di Singapore è stato condotto un vasto studio su 600 persone ultra 60enni. Questi volontari hanno inserito nella loro dieta almeno 300 grammi di funghi a settimana. Seguiti per sei anni, si è potuto dimostrare che i funghi sono riusciti a mantenere nel tempo il cervello in una condizione brillante.

Declino cognitivo e funghi

L'ergotioneina è un amminoacido solforato naturale, derivato dell'istidina. Isolato per la prima volta nel 1909 dal fungo della segala cornuta (ergot) - così detta perché forma sulla pianta infettata delle escrescenze a forma di corna – mentre la sua struttura chimica fu determinata nel 1911. Ora sappiamo che questa sostanza è prodotta anche da altri funghi, è presente in batteri, piante e animali. Alimenti di origine vegetale ricchi di ergotioneina sono i fagioli neri, la crusca e l’avena mentre tra gli alimenti di origine animale ci sono fegato e reni.

Precedenti studi avevano rivelato che gli anziani con deficit cognitivi era carenti di questo amminoacido ritenuto dotato di proprietà anti-invecchiamento e anti-demenza.

Considerata la presenza di ergotioneina in alcuni alimenti, il prof. Lei Feng della National University of Singapore, ha condotto uno studio al fine di correlare una dieta ricca di questo amminoacido con i suoi livelli ematici.

Sono stati esaminati circa 600 soggetti cinesi residenti a Singapore, maschi e femmine, di almeno 60 anni.

Questi volontari sono stati invitati a mangiare 300 grammi di funghi a settimana. Ovviamente sono stati indicati solo alcuni funghi ricchi di ergotioneina. I volontari sono stati seguiti per 6 anni (2011-2017), periodo in cui sono stati monitorati sotto diversi profili, incluso le prestazioni cognitive.

I soggetti che avevano mangiato i funghi nelle quantità prescritte, nei sei anni avevano visto potenziata la loro capacità di concentrazione e di memoria, ed erano stati segnalati un numero inferiore di casi di demenza senile.

In altri termini, una dieta a base di 300 grammi di funghi a settimana aveva mantenuto in questi soggetti delle capacità cerebrali giovanili. I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati su Journal of Alzheimer’s Disease.

Non solo funghi

Quello che lo studio ha messo in evidenza è la relazione tra 6 tipi di funghi, comunemente consumati da residenti a Singapore, da quelli freschi a quelli secchi o in scatola. Tuttavia nulla esclude che gli stessi benefici si possono avere consumando altri tipi di funghi ma anche altri alimenti ricchi di ergotioneina. Questo amminoacido infatti sembra essere dotato di una potente attività antiossidante e antinfiammatoria.

È stato sorprendente notare che anziani che hanno consumato 300 grammi di funghi a settimana hanno visto dimezzare la probabilità di avere un deficit cognitivo rispetto ad un gruppo di controllo che invece, pur partendo dalle stesse condizioni, non aveva mangiato funghi o ne aveva mangiato in minima quantità.

È bene precisare che lo studio ha preso in esame i casi di declino cognitivo, molto frequenti con l’avanzare dell’età. Si tratta di anziani ancora in grado di svolgere le loro normali attività quotidiane ma che hanno episodi di perdita di memoria o dimenticanza, qualche difficoltà di linguaggio, una minor vigilanza di quanto succede intorno a loro. Tutti sintomi che, a volte possono risultare impercettibili e quindi assolutamente non invalidanti. Da non confondere con una condizione più grave come può essere l’Alzheimer o una grave demenza senile.

Per questo i ricercatori hanno dovuto sottoporre gli anziani a interviste e test approfonditi al fine di cogliere le differenze tra i due gruppi in osservazione.

Ovviamente lo studio comprendeva anche una completa valutazione di altri parametri come abitudini alimentari, pressione sanguigna, peso, velocità di cammino, test su cognizione, depressione, ansia, ecc.

Prossimo step

Il prossimo studio già programmato prevede l’uso di ergotioneina pura o altri ingredienti a base vegetale come L-teanina (un altro amminoacido) e catechine estratti da foglie di tè. Questo al fine di consolidare le osservazioni fatte finora e identificare altri fattori dietetici che potrebbero essere associati ad un invecchiamento cerebrale sano e ad una riduzione di tale rischio.