Uno studio condotto da ricercatori romani ha analizzato su cellule dell’immunità innata, gli effetti immunomodulatori dell’estratto idroalcolico dell’origano, una pianta tradizionalmente nota per le sue proprietà antiossidanti. I ricercatori hanno studiato su un modello cellulare di tubercolosi dimostrando che l’estratto di origano innalza l’attività micobattericida mediante un potenziamento dell’immunità innata. Questa azione è stata osservata con diverse frazioni di estratto idroalcolico, suggerendo che in questa pianta ci sono diverse molecole bioattive.

Un estratto vegetale di questo tipo potrà quindi essere sfruttato come fitocomplesso o nutraceutico per nuovi approcci terapeutici nel potenziamento dell'immunità naturale.

La natura come fonte di soluzioni farmacologiche

Sin dai tempi antichi, le piante hanno rappresentato non solo una fonte di alimenti ma anche una fonte di farmaci. Basti pensare alla Medicina Tradizionale Cinese che ancora oggi è basata su prodotti di origine naturale per curare qualsiasi malanno. Altrettanto è avvenuto anche in Occidente quando, nell'ultimo secolo, nonostante l’introduzione del'approccio scientifico alla chimica farmaceutica, la natura ha rappresentato la fonte di elezione e di ispirazione nello sviluppo dei nuovi farmaci.

Considerate tutte le molecole approvate sia dalla FDA negli Stati Uniti che dall’EMA in Europa, un terzo sono di origine naturale o derivante da esse. Farmaci che trovano applicazioni in vari trattamenti farmacologici, sia di tipo infettivo che non, arrivando ai farmaci oncologici.

Ora dei ricercatori dell’Università di Tor Vergata e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno investigato gli effetti immunomodulatori dell’estratto idroalcolico di Origanum vulgare L.

ssp. hirtum (HyE-Ov), il comune origano. Gli effetti di HyE-Ov sono stati testati su un modello cellulare di macrofagi tipo 1 (M1), tipo 2 (M2) e cellule dendritiche (DC), derivati da monociti umani, bersagli primari dell'infezione da M. tuberculosis (quello della tubercolosi).

L'origano, un'efficiente protezione contro la tubercolosi

Trattati con HyE-Ov le cellule DC, M1 e M2 hanno aumentato la loro attività micobattericida, associata ad un aumento del pH fagosomiale in M1 e M2 ma non di ROS mitocondriale. Inoltre, le cellule DC infettate da BCG e trattate con HyE-Ov, avevano una ridotta produzione di TNF-α e IL-12 e un aumento della sintesi del TGF-β. Questi risultati sono stati ripetuti su otto differenti frazioni (HPLC) idroalcoliche di HyE-Ov. E in tutti i casi si è osservata un’azione anti-microbiale e anti-infiammatoria indice che negli estratti idroalcolici erano presenti diverse molecole bioattive responsabili di questo effetto.

Nella medicina tradizionale l’origano viene utilizzato per contrastare raffreddori, tosse, disturbi digestivi e respiratori.

Il suo effetto terapeutico è attribuito alle proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie e antiossidanti mostrate dai suoi composti fenolici (timolo e carvacrolo, insieme ai loro precursori p-cimene e γ-terpinene).

La tubercolosi è una malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis e rappresenta ancora una delle principali cause di morte per infezione da singolo patogeno, in tutto il mondo. Secondo l'ultimo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2017 dieci milioni di persone si sono ammalate di tubercolosi e 1,6 milioni sono morte. E oggi sta emergendo anche il fenomeno della resistenza batterica che rende inefficaci sia i trattamenti farmacologici di prima linea (Multi-Drug Resistant, MDR) che quelli di seconda linea (Extensively-Drug Resistant, XDR).

Un grosso problema globale.

In questo contesto, l'uso di terapie aggiuntive dirette all'ospite, che mirano a limitare simultaneamente l'infiammazione e il danno polmonare e rafforzare la sua risposta antimicrobica innata, può rappresentare una strada interessante che merita ulteriori ricerche. Complessivamente quindi, questi risultati suggeriscono che un estratto di Origanum vulgare L. ssp. hirtum potrà essere sfruttato come fitocomplesso o nutraceutico per nuovi approcci terapeutici.

I risultati sono stati pubblicati su PLOS One, primo autore Federica De Santis. Questo lavoro segue di poche settimane un altro, pubblicato da ricercatori iraniani su Future Science (primo autore M. Bahmani), nel quale un estratto di origano, associato ad un estratto di iperico, era risultato attivo contro lo Staphylococcus aureus. Nonostante quindi i grandi progressi della scienza, ancora oggi la natura è fonte di ispirazione per nuove soluzioni farmacologiche.