All'Ospedale Veneto Cà Foncello di Treviso è stato attuato un delicato intervento nell'Unità Operativa di chirurgia maxillo-facciale sotto la direzione del Dr. Luca Guarda Nardini. L'Ufficio Stampa ULSS 2 della Marca trevigiana ha infatti comunicato oggi che una bambina di soli tre anni aveva una limitata apertura della bocca di soli due millimetri, a causa della sindrome di Alagille che le impediva di svolgere tutte quelle funzioni tipiche dei suoi coetanei come masticare e sorridere.
Le due fasi del delicato intervento
Prima di arrivare al Cà Foncello la bambina era stata visitata presso altre strutture ospedaliere che avevano consigliato la posticipazione dell'intervento, per minimizzarne i rischi ma la grave situazione ormai non poteva più aspettare: il primario allora assieme al team di anestesisti pediatri ha deciso di operarla, consapevole della complessa situazione clinica.
La bimba infatti presentava un raro quadro limitativo anchilotico, vista la tenera età, oltre alla ridotta dimensione mandibolare che non avrebbe permesso un'indenne rimozione della fusione articolare. Sono state pertanto pianificate due fasi distinte d'intervento chirurgico: la prima si è focalizzata sull' allungamento della mandibola tramite l'inserimento di un distrattore osseo, che ogni giorno veniva attivato di un millimetro, fino a giungere all'allungamento mandibolare di ben 15 millimetri ed alla relativa calcificazione. Dopo quattro mesi è stata attuata la fase successiva in cui è stato tolto il distrattore ed il blocco anchilotico articolare ed attuato il "rimodellamento osseo della branca montante mandibolare".
Per la bimba non sono stati impiegati i trapani con frese rotanti che sono solitamente di uso comune in tali contesti, bensì si è provveduto ad utilizzare "un bisturi piezoelettrico che sfrutta le microvibrazioni degli ultrasuoni", utilizzato per incidere i tessuti duri a basse temperature, "preservando completamente i tessuti molli, fra cui i nervi, anche in caso di contatto diretto con la punta del bisturi".
La bimba è stata dimessa in terapia fisioterapica a domicilio: dopo quattro mesi dall'intervento la sua mandibola è di 2,5 centimetri permettendole di mangiare, lavarsi i denti e sottoporsi ai trattamenti odontoiatrici, senza aver subito conseguenze negative neurologiche.
L'ospedale Cà Foncello di Treviso
Il Dr. Luca Guarda Nardini è Consigliere della Società Italiana di Chirurgia Maxillo-Facciale, Presidente della Società Italiana Disfunzioni e Algie Temporo-Mandibolari ed è stato il Responsabile scientifico per dieci anni del master Universitario di Padova in "Disordini Craniomandibolari".
Attualmente è Direttore dell’ Unità Operativa di chirurgia maxillo facciale dell'Ospedale di Treviso Cà Foncello, riconosciuto come Centro di riferimento veneto per le disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare e che si occupa inoltre di chirurgia correttiva delle apnee notturne, malformativa, orale, preprotesica, traumatologica, oncologica e del trattamento delle disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare.
I centinaia di pazienti che affluiscono ogni anno con algie della regione facciale e temporo- mandibolare sono trattati anche tramite counseling semplice, l'utilizzo di specifici farmaci, placche occlusali ed infiltrazioni intrarticolari.