Il Coronavirus varca il confine col Veneto e arriva in Friuli-Venezia Giulia. Dopo il "paziente zero", un cinquantenne di Gorizia infettatosi dopo aver fatto visita ad un parente assistito all'ospedale Ca' Foncello di Treviso (situato in uno dei maggiori focolai veneti del virus), altre quattro persone, di cui una residente a Trieste e le restanti tre ad Udine, sono risultate positive ai tamponi di controllo per il coronavirus. I cinque contagiati al momento non presentano un grave quadro clinico e sono tuttora posti in isolamento domiciliare.

Il Covid-19 passa l'Isonzo

Riguardo il cinquantenne di Gorizia, sappiamo che l'uomo vive da solo e lavora presso una ditta della zona del capoluogo isontino, e che dopo il rientro dal Veneto è entrato in contatto con circa sette persone (inclusa la madre), nessuna delle quali è per ora sintomatica. Di conseguenza, in accordo con le disposizioni emanate dall'Istituto Superiore di Sanità, queste persone sono state immediatamente messe in isolamento senza essere sottoposte al tampone di controllo.

Un contagio preventivato

L'espansione del coronavirus in Friuli-Venezia Giulia non ha però colto impreparati i vertici della Regione, i quali erano ben consapevoli che sarebbe stato impossibile impedire ad un virus che stava flagellando il resto del Nord Italia di oltrepassare il confine friulano.

Pertanto, durante queste settimane di attesa sono state studiate e implementate delle misure di sicurezza in vista della pressoché certa insorgenza di focolai all'interno della regione, come ad esempio l'attivazione del servizio d'emergenza Nue 112, la creazione di un numero verde appositamente dedicato al coronavirus e il rafforzamento delle strutture specializzate nel trattamento delle malattie infettive.

Stando alle parole di Riccardo Riccardi, Vicepresidente della Regione e Assessore alla Salute, l'insieme di precauzioni messo in atto dall'amministrazione regionale si è rivelato molto efficace nel trattare la prima comparsa del virus sul territorio friulano e, in particolare modo, l'adozione del 112 ha permesso al "paziente zero" di essere visitato a casa sua senza passare per il pronto soccorso (cosa che avrebbe aumentato la diffusione del coronavirus).

Una decisione che sa di beffa

C'è dell'amara ironia nel constatare che il primo caso di Covid-19 in Friuli-Venezia Giulia è stato scoperto poche ore dopo che il Governo aveva decretato l'esclusione della Regione dalla lista di quelle sottoposte alle misure preventive più stringenti.

Il Governatore Massimiliano Fedriga si era opposto a questa decisione chiedendo di separare le aree sottoposte alle limitazioni maggiori dalle altre in base alla loro vicinanza ai focolai conclamati senza considerare eventuali suddivisioni amministrative, adducendo ad esempio la prossimità di parte del Friuli-Venezia Giulia alla provincia di Treviso. Il Governo però aveva rifiutato la proposta in quanto il comitato scientifico non ne vedeva la necessità.

Perciò il Presidente della Regione, comunque desideroso di mantenere rapporti collaborativi col Governo, si è allineato a tale disposizione stabilendo la riapertura delle scuole, dei cinema e dei musei del territorio friulano a partire da lunedì prossimo.