Test del sangue per il Coronavirus, questo il nome della petizione online che mira a far approvare dal Governo un secondo metodo per accertare se le persone sono state contagiate dal virus Sars-CoV2. Il metodo in questione è quello delle analisi del sangue e non sarebbe da istituire in sostituzione del tampone, ma come strumento da affiancargli. A proporlo è Carla Garbagnati, presidente della GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia), con cui ha vinto l'Ambrogino d'oro nel 2018.
Un test del sangue da affiancare ai tamponi
I test sierologici, così come proposto nelle motivazioni della petizione, servirebbero per identificare con certezza tutti i soggetti che hanno contratto il Coronavirus senza, però, essere state ospedalizzate.
'Chiediamo al Presidente Conte una rapidissima attivazione dei test anticorpali per il Coronavirus!', questa la frase introduttiva della raccolta firme, intitolata, come già anticipato, 'Test del sangue per il Coronavirus'. Nei vari paragrafi in cui si articola la richiesta, si capisce chiaramente che il suddetto test sierologico non può in ogni modo sostituirsi al tampone, che resta l'unico strumento valido per la fase di diagnostica. Le analisi del sangue, infatti, richiedono tempistiche diverse da quelle del tampone naso-faringeo, in grado di identificare la presenza del virus a 48 ore dal contagio. Per verificare la presenza del coronavirus nel sangue, invece, è necessario che si generino gli anticorpi specifici, il che avviene 12 giorni circa dopo il contagio.
Secondo gli autori della raccolta firme, questo metodo diagnostico sarebbe utile se utilizzato con coscienza sulle persone che sono state isolate per sospetto coronavirus, senza mai poi aver ricevuto un tampone. Infatti, sempre secondo gli autori bisognerebbe che i testi fossero eseguiti 'al più presto e rapidamente su tutto il personale di tutte le strutture sanitarie ma anche su tutte le persone poste in isolamento domiciliare, oltre che sui loro contatti'.
Si afferma, inoltre che: ‘Solo l’esecuzione su larga scala di questi test permetterà infatti una graduale e ragionata riapertura del nostro magnifico paese, mantenendo un’adeguata protezione dei soggetti più deboli e più a rischio’.
Tamponi e test sierologici a confronto
La petizione attiva su change.org, Test del sangue per il Coronavirus, ha già superato le 16 mila firme e si pone come obiettivo le 25mila.
Nel lungo testo che spiega le ragioni di questa petizione vengono anche specificate le funzioni dei tamponi e, appunto, degli esami sierologici.
Secondo quanto specificato nel testo della petizione, l’infezione da Coronavirus è stata fino ad ora diagnosticata solo attraverso il tampone naso-faringeo, unica metodologia diagnostica in grado di rilevare, come anticipato, la presenza del virus sulle mucose respiratorie dopo 48 ore dal contagio. Questa metodologia ha però altri forti limiti, ovvero l’efficacia: il tampone ha una sensibilità pari solo a circa il 70%. Il che significa che nel 30% casi si può ottenere un falso negativo, un caso ogni 3 circa. Inoltre, la sensibilità del tampone scende al 45% se lo stesso viene eseguito con un ritardo di 15 giorni rispetto all’insorgenza dei sintomi.
Benché non possa quindi sostituire il tampone nei casi in cui è necessaria una diagnosi precoce, l’analisi del sangue permetterebbe tuttavia di identificare con certezza i soggetti che sono venuti a contatto con il virus, indipendentemente dalla sintomatologia sviluppata, con una sensibilità diagnostica che a 15 giorni dal contagio raggiunge il 100%. Questo garantirebbe di semplificare, oltre che velocizzare, la cosiddetta fase 2, visto che sarebbe subito chiaro chi ha avuto il virus e sviluppato gli anticorpi e chi ancora no.