L'Agenzia Europea del Farmaco ha ribadito il 7 aprile 2021 in una nota che "gli eventi rari" di trombosi cerebrale sono "effetti collaterali molto rari" del vaccino AstraZeneca, riconfermando che i benefici superano i rischi. Pur non essendoci raccomandazioni sulla restrizione nella somministrazione, l'ultima parola sull'ottimale utilizzo del vaccino passa agli Stati membri; l'Italia, per esempio, ha deciso di raccomandare la somministrazione solo agli over 60.

Pronunciamento dell'Ema: 'I fattori di rischio specifici non sono stati confermati'

L'Ema ha specificato che la maggior parte dei casi di trombosi segnalati riguardano donne di età inferiore ai 60 anni entro due settimane dalla somministrazione del vaccino e, ha aggiunto, "sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati".

I responsabili dell'Ema in conferenza stampa hanno specificato che "non ci sono rischi generalizzati nella somministrazione del vaccino AstraZeneca", quindi non hanno ritenuto necessario "raccomandare misure specifiche per ridurre il rischio". Il Prac dell'Ema ha concluso che nel bugiardino "i coaguli di sangue insoliti con piastrine basse dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari di Vaxzevria", ossia il nuovo nome del vaccino AstraZeneca. Se l'altra volta, dunque non era emerso dalle dichiarazioni dell'Ema un nesso di causalità, oggi è dichiarato plausibile anche se non dimostrato, per cui è riconosciuta una "possibile relazione" tra farmaco e trombosi.

Italia, Locatelli: 'AstraZeneca raccomandato solo agli over 60'

Di fatto, l'ultima parola sull'uso ottimale del vaccino di AstraZeneca spetta alle autorità nazionali. In Italia ieri, 7 aprile, alle ore 21 vi è stata una conferenza stampa con la partecipazione di Locatelli, Magrini e Rezza. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha affermato che la somministrazione del vaccino AstraZeneca è sconsigliata, ma non vietata, agli under 60: chi ha un'età compresa tra i 18 e i 60 anni può comunque vaccinarsi con AstraZeneca, seppur l'uso preferenziale è per gli over 60 (mentre in precedenza il siero di Oxford era stato consigliato prima agli under 55, poi agli under 65, per poi essere esteso a tutte le età).

Quindi, in Italia si raccomanda la somministrazione solo a chi ha più di 60 anni, ma senza la presenza di elementi che scoraggino la ricezione della seconda dose per quanti avessero già ricevuto la prima senza manifestare sintomi particolarmente avversi, in quanto "non ci sono casi di trombosi dopo la seconda dose" sui 600 mila soggetti trattati, come ha affermato Magrini (Aifa).

Di fatto, per Locatelli, AstraZeneca rimane "un vaccino assai utile per proteggere dal rischio di sviluppare una patologia grave", prevenendo con un'efficacia tra l'80 e il 100% l'ospedalizzazione e la morte nella popolazione anziana.

Le decisioni negli altri paesi dopo il parere dell'Ema

Nonostante l'invito della commissaria UE alla Salute, Stella Kyriakides, "a parlare con una sole voce per aumentare la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni", gli Stati membri stanno adottando restrizioni sparse e non uniformi legate all'età: il Belgio ha limitato la somministrazione del vaccino a chi ha più di 56 anni, la Francia agli over 55; la Germania consiglia AstraZeneca agli over 60, mentre la Gran Bretagna (fuori dall'UE) ha sconsigliato il suo uso agli under 30.