Sono una cinquantina i casi sospetti o confermati in Canada, Stati Uniti e alcuni paesi europei (tra cui l'Italia) di vaiolo delle scimmie, un'infezione virale correlata al vaiolo.

Il primo caso italiano è stato confermato dall'Istituto Spallanzani di Roma. Il virologo Matteo Bassetti ha tranquillizzato la popolazione, affermando che la malattia è molto difficile da trasmettere e non particolarmente contagiosa ma sottolineando che: "Non esiste una cura specifica, dobbiamo fare molto bene il tracciamento".

Il vaiolo delle scimmie in Italia

L'Istituto Lazzaro Spallanzani qualche giorno fa ha identificato il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie: si tratta di un ragazzo proveniente dalle isole Canarie, che in questo momento non presenta un quadro clinico preoccupante.

Sono inoltre in fase di accertamento altri due casi.

L'infettivologo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato che è necessario concentrarsi sul tracciamento dei casi per poter fermare in maniera efficace il focolaio.

"Chi è vaccinato dal vaiolo è coperto, ma la vaccinazione è stata annullata nel 1981 e una parte della popolazione è quindi a rischio." ha commentato Bassetti. "Non c'è una cura specifica per il vaiolo, in genere è una malattia che ha una durata e poi si auto elimina."

Che cos'è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie, conosciuto anche come monkeypox, è una malattia che colpisce gli animali selvatici e talvolta può aggredire l'uomo.

Le famiglie di virus correlati a questa malattia sono due: quella del bacino del Congo, in Africa centrale, e quella dell'Africa occidentale. Il tasso di mortalità per il ceppo dell'Africa occidentale è molto basso e si attesta intorno all'1%, mentre per quanto riguarda quello del bacino del Congo può arrivare anche al 10%.

I casi che stanno circolando fuori dall'Africa hanno - secondo le prime analisi - una mortalità molto bassa.

In genere il virus si contrae venendo a contatto con carcasse di animali morti o mediante il consumo di selvaggina, durante la caccia. Il periodo di incubazione del virus varia da una a tre settimane, e secondo l'Organizzazione mondiale della sanità i sintomi sono mal di testa, febbre, dolori e eruzioni cutanee.

Il vaiolo delle scimmie non è particolarmente contagioso tra gli uomini e generalmente si trasmette attraverso le goccioline esalate o venendo a contatto con lesioni cutanee infette. Questo tipo di vaiolo si può anche diffondere attraverso rapporti sessuali non protetti.

Le prime segnalazioni di vaiolo delle scimmie

Nel 1958 vi furono le prime segnalazioni legate a questa malattia, ma è tra il 1981 e il 1986 che ci fu una impennata nei casi in Africa, dove si arrivarono a registrare più di 300 casi.

Dopo i primi casi in Africa anche l'Europa ha iniziato a essere colpita da questa malattia. In particolare nel Regno Unito ogni anno si segnala qualche caso di monkeypox, questo perché, secondo gli esperti, non è più obbligatorio il vaccino contro il vaiolo e le persone sono maggiormente a rischio.

E il 7 maggio si è verificato il primo caso di quest'anno nel Regno Unito: un ragazzo che era stato in Nigeria fino al 4 maggio e che aveva sviluppato sintomi compatibili con la malattia.