Ansia e attacchi di panico al giorno d'oggi sono sempre più frequenti. Se ne trovano numerosi esempi su Google, in articoli di scienza e psicologia. L'ansia è uno stato emotivo caratterizzato da una sensazione di apprensione, tensione e preoccupazione verso eventi futuri percepiti come potenzialmente minacciosi. Si distingue dalla paura perché quest'ultima è una reazione a un pericolo immediato e reale, mentre l’ansia è legata a minacce potenziali o immaginate. Può essere una risposta adattiva utile per affrontare situazioni difficili, ma, quando diventa eccessiva o persistente, può evolvere in un disturbo d'ansia che compromette la qualità della vita, manifestandosi attraverso attacchi di panico.

I ragazzi tra i 18 e i 24 anni di età sono i più colpiti da sbalzi d’umore (72,7%), sintomi depressivi (71%), crisi di panico (51,2%). A certificarlo è anche il 36° Rapporto Italia dell’Eurispes.

Gli attacchi di panico: sintomi e manifestazioni

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi di paura intensa o disagio che raggiungono il picco in pochi minuti. Durante un attacco di panico, la persona può sperimentare sintomi fisici ed emotivi molto forti, come:

  • Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • Sudorazione eccessiva;
  • Tremori o scosse muscolari;
  • Sensazione di soffocamento o difficoltà respiratorie;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Vertigini, sensazione di instabilità o svenimento;
  • Sensazioni di irrealtà (derealizzazione) o distacco da sé (depersonalizzazione);
  • Paura di perdere il controllo o impazzire;
  • Paura di morire.

Caratteristiche degli attacchi di panico secondo la teoria di Nardone

La teoria sistemica di Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta italiano esperto in terapia breve, considera il panico un'esperienza improvvisa e travolgente che si manifesta con una paura estrema e apparentemente inspiegabile.

È caratterizzato da una perdita improvvisa di controllo che genera un circolo vizioso tra mente e corpo: i sintomi fisici (come tachicardia, respiro corto, sudorazione) alimentano pensieri catastrofici (sto per morire, sto impazzendo), che a loro volta intensificano i sintomi, creando una spirale di terrore dalla quale è difficile uscire; anzi, più si va avanti, più aumenta. Le caratteristiche, di un attacco di panico, secondo Nardone, sono:

    • Imprevedibilità e immediatezza: l’attacco di panico arriva senza preavviso, come un fulmine a ciel sereno, anche in situazioni apparentemente tranquille.
    • Sensazione di perdita di controllo: la persona percepisce che qualcosa di terribile sta per accadere, come la morte o la follia, e si sente incapace di fermarlo.
    • Paura della paura: dopo il primo episodio, la paura stessa di avere un nuovo attacco può diventare un elemento scatenante. Questo fenomeno, noto come ansia anticipatoria, è centrale nel mantenimento del disturbo di panico.
    • Reazione fisiologica amplificata: i sintomi fisici (battito accelerato, vertigini, senso di soffocamento) vengono interpretati come segnali di pericolo imminente, peggiorando l’intensità dell’episodio

Quando cercare aiuto professionale per apprendere strategie e tecniche

Riconoscere quando è necessario cercare aiuto professionale è un passo fondamentale verso il benessere.

  • Segnali chiave: se i sintomi di ansia, depressione o stress influenzano in modo significativo la qualità della vita, il lavoro o le relazioni personali, è importante consultare uno specialista.
  • Professionisti da consultare: psicologi e psicoterapeuti offrono principalmente interventi psicologici. Gli psichiatri sono abilitati anche a prescrivere terapie farmacologiche, se necessario. Il mental coach accompagna nel percorso di crescita personale.

Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) per ansia e attacchi di panico

Quando l’ansia e gli attacchi di panico raggiungono livelli invalidanti per la propria vita, è necessario l’intervento di uno specialista. La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è uno degli approcci terapeutici più efficaci e validati scientificamente per il trattamento dei disturbi d'ansia, della depressione e di altre difficoltà emotive.

La sua applicazione si estende anche a disturbi del comportamento alimentare, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbi da stress post-traumatico (PTSD) e molti altri.

Storia della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è un approccio psicoterapeutico basato sull’evidenza che combina principi della terapia comportamentale e della terapia cognitiva. Il suo sviluppo è avvenuto nel corso del XX secolo grazie ai contributi di diversi studiosi e ricercatori.

Le origini: il Comportamentismo

Le radici della CBT risalgono agli inizi del XX secolo con il movimento comportamentista. Figure chiave come John B. Watson e B.F. Skinner hanno sviluppato il concetto di apprendimento attraverso il condizionamento classico e operante.

La terapia comportamentale, che nasce negli anni ’50, si focalizzava sulla modifica dei comportamenti maladattivi attraverso il rinforzo positivo e negativo.

L'influenza della Terapia Cognitiva

Negli anni ’60, Aaron T. Beck sviluppò la Terapia Cognitiva (CT) basata sull’idea che i disturbi emotivi siano in gran parte causati da pensieri negativi e disfunzionali. Parallelamente, Albert Ellis sviluppò la Rational Emotive Behavior Therapy (REBT), sottolineando il ruolo delle credenze irrazionali nel determinare le emozioni negative. Entrambe queste teorie sottolineavano l’importanza dei processi cognitivi nella psicopatologia.

La nascita della CBT

La CBT nasce ufficialmente negli anni ’70 dalla fusione delle strategie comportamentali e cognitive.

Studi empirici iniziarono a dimostrare l’efficacia di questo approccio nel trattamento della depressione, dell’ansia e di altri disturbi psicologici. Beck, in particolare, sviluppò protocolli di trattamento strutturati per diversi disturbi, introducendo il concetto di schemi cognitivi e di distorsioni cognitive.

L'espansione e le nuove applicazioni

Negli anni ’80 e ’90, la CBT si espanse con l’integrazione di nuovi modelli e applicazioni, tra cui la Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT) e la Dialectical Behavior Therapy (DBT), sviluppata da Marsha Linehan per il trattamento del disturbo borderline di personalità. La CBT si è anche adattata per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), delle dipendenze e dei disturbi alimentari.

La CBT contemporanea

Oggi la CBT è considerata uno degli approcci terapeutici più efficaci e validati scientificamente. Le ricerche continuano a espandere il campo della CBT con nuove tecniche, come la Terapia dell’Accettazione e del Commitment (ACT) e la Terapia Cognitivo-Comportamentale basata sulla terza onda, che enfatizzano l’accettazione e la regolazione emotiva.

L’evoluzione della CBT continua grazie a studi neuroscientifici, che permettono di comprendere meglio i meccanismi cerebrali coinvolti nei processi cognitivi ed emotivi, rendendo questa terapia sempre più mirata ed efficace per una vasta gamma di disturbi psicologici.

Principi Fondamentali

La CBT si basa sull’idea che i pensieri, le emozioni e i comportamenti siano strettamente interconnessi.

Secondo questo modello:

  • Pensieri disfunzionali possono portare a emozioni negative e comportamenti problematici.
  • Modificando i pensieri è possibile influenzare positivamente sia le emozioni che i comportamenti.

Un esempio pratico di questa interconnessione può essere il seguente: una persona che pensa “Non sono abbastanza bravo” potrebbe sentirsi triste o ansiosa, evitando situazioni che richiedono performance, rinforzando così la propria insicurezza. L’obiettivo della CBT è interrompere questo circolo vizioso.

Struttura della Terapia

La CBT è generalmente breve e orientata agli obiettivi, con una durata media che varia da 8 a 20 sedute, a seconda del problema trattato. Si distingue per:

  1. Collaborazione attiva tra terapeuta e paziente: il terapeuta guida e supporta il paziente nell’esplorare i propri pensieri e comportamenti.
  2. Focus sul presente: si concentra prevalentemente sui problemi attuali, piuttosto che su eventi passati, anche se questi ultimi possono essere discussi se rilevanti.
  3. Compiti a casa: il paziente viene spesso incoraggiato a mettere in pratica tecniche apprese durante le sedute attraverso esercizi strutturati. Questi compiti possono includere:
  • Monitoraggio dei pensieri negativi.
  • Esperimenti comportamentali per testare nuove ipotesi.
  • Pratiche di rilassamento o mindfulness.

Tecniche Utilizzate

La CBT impiega diverse tecniche per aiutare il paziente a identificare e modificare schemi di pensiero e comportamenti disfunzionali.

Tra le più comuni:

  • Ristrutturazione cognitiva: identificare pensieri automatici negativi e sostituirli con alternative più realistiche.
  • Esposizione graduale: affrontare gradualmente situazioni temute per ridurre l’ansia associata.
  • Tecniche di problem solving: sviluppare strategie per affrontare difficoltà pratiche o relazionali.
  • Mindfulness: aumentare la consapevolezza del momento presente per ridurre il rimuginio.

Efficacia della CBT

Numerosi studi scientifici dimostrano l’efficacia della CBT, soprattutto per:

  • Disturbi d’ansia: è considerata il trattamento di prima linea per ansia generalizzata, fobie specifiche, disturbo di panico e disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Depressione: ha mostrato risultati paragonabili, se non superiori, ai farmaci antidepressivi, con un minor rischio di ricadute a lungo termine.
  • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD): è particolarmente utile per elaborare traumi e ridurre i sintomi intrusivi.

Inoltre, la CBT è altamente adattabile e può essere utilizzata in modalità individuale, di gruppo o persino online, rendendola accessibile a una vasta gamma di persone.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale rappresenta una risorsa preziosa per chiunque desideri affrontare difficoltà emotive e comportamentali. La sua natura pratica, breve e scientificamente validata la rende una scelta ideale per molti pazienti. Con il supporto di un terapeuta esperto, è possibile acquisire strumenti utili per migliorare il benessere emotivo e costruire una vita più soddisfacente

La Tecnica dell’ABC di Beck

La tecnica dell’ABC, sviluppata da Aaron Beck, è uno strumento centrale nella CBT per identificare e modificare i pensieri disfunzionali.

Componenti dell’ABC:

A - Antecedenti: Gli eventi o le situazioni che scatenano una reazione emotiva.

B - Beliefs (credenze): I pensieri o credenze che emergono in risposta all'evento.

C - Conseguenze: Le emozioni e i comportamenti che derivano da tali credenze.

Applicazione pratica: Si guida il cliente a riconoscere le proprie credenze disfunzionali, mettendole in discussione e sostituendole con pensieri più equilibrati. Ad esempio, una credenza come “Devo essere perfetto, altrimenti fallirò” può essere ristrutturata in “Non ho bisogno di essere perfetto per ottenere buoni risultati.”

A - Evento: Salire su un aereo mi causa un attacco di panico

B – Credenze: l’aereo cadrà – morirò

C – Conseguenze: ho ansia e non salgo sull’aereo

Ristrutturare questa convinzione è fondamentale per modificare la risposta emotiva.

Altri approcci efficaci per il trattamento dell’ansia

La Mindfulness

La mindfulness è una pratica che aiuta a sviluppare la consapevolezza per superare ansia e attacchi di panico, concentrandosi sul momento presente senza giudizio.

Riduce l’ansia, aumenta la resilienza e migliora la gestione dello stress. Viene utilizzata sia come approccio standalone sia integrata in altre terapie, come la Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness (MBCT).

EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

È un approccio specifico per il trattamento di traumi e disturbi legati allo stress post-traumatico (PTSD). Attraverso stimolazioni bilaterali (movimenti oculari o tocchi alternati), il paziente rielabora esperienze traumatiche, riducendone l’impatto emotivo. Supportata da numerose evidenze scientifiche, l’EMDR è particolarmente indicata per affrontare traumi specifici e situazioni di sofferenza profonda.