Anche Javier Zanetti deve dire addio al calcio. All'età di 41 anni deve smettere di correre dietro al suo amato pallone da calcio. Non si era arreso davanti a nulla, nemmeno davanti alla rottura del tendine d'Achille.
Completo e perfettamente realizzato
"Volevo dimostrare di essere in grado di tornare dopo l'infortunio. Ce l'ho fatta, mi sento completo e realizzato. A 41 anni posso dire che il calcio mi ha dato tantissimo, e io mi sono goduto ogni momento". Ha sempre lottato con la forza di volontà e la tenacia che lo contraddistinguono. Undici trofei vinti e con la nazionale del proprio Paese, 157 partite e 5 gol. 19 campionati di cui 15 da capitano, 616 presenze e 12 gol in serie A, 159 nelle coppe europee.
Un addio solo nel campo
Nonostante non potrà correre più dietro il pallone sarà sempre lì a coltivare la sua passione. Lavorerà infatti con il club secondo accordi che verranno presi a fine stagione. Un vero e proprio esempio per tutti: tifosi, società e giovani. Ma anche per gli avversari. Zanetti ha fatto registrare un record di longevità, aiutato da un fisico eccezionale, che gli ha permesso di tirare fino a questo punto sempre ad altissimi livelli, e da una testa non da meno.
Una grande festa
La grande festa in onore di Zanetti, con tanto di giro di campo e lacrime agli occhi, è macchiata da un vuoto: la curva Nord, infatti, è stata chiusa dal giudice sportivo per i cori offensivi contro i napoletani. Ma gli ultras saluteranno lo stesso il loro Capitano. L''hashtag #JZ4ever è schizzato in testa alle tendenze di Twitter. Ma l'affetto dei tifosi si manifesta anche su Facebook e Instagram.
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