Un incredibile e assurdo episodio farà passare alla storia una piccola corsa di ciclismo belga, la Schaal Sels, che si è corsa domenica 30 agosto. Il percorso ha portato il gruppo tra pavè e sterrati al limite della praticabilità finchè la macchina della giuria non è rimasta impantanata in mezzo ad un campo. La gara si è dovuta fermare a lungo fino all’intervento risolutivo di un trattore e la ripartenza dei corridori.
Schaal Sels, ciclismo o circo?
La Schaal Sels è una corsa decisamente unica. Si corre in Belgio, ma non è una classica del pavè come il Giro delle Fiandre o le altre corse della campagna del nord primaverile.
Qui si affrontano sia tratti di pavè che settori sterrati. In realtà questi ultimi sono spesso dei veri sentieri che tagliano i campi coltivati, tracce appena decifrabili tra erba e fango. Le giornate di pioggia che hanno preceduto la Schaal Sels quest’anno hanno trasformato la corsa più in un circo che in una classica.
La corsa doveva affrontare ben 33 tratti di pavè e 19 settori di sterrato. In uno dei settori sterrati, un viottolo accidentato e fangoso in mezzo ad un campo di granturco, la macchina della giuria si è fermata bloccando il passaggio. Far uscire la macchina dalla trappola paludosa si è rivelata un’impresa tutt'altro che semplice. E’ stato necessario fermare la corsa per un’ora e alla fine solo l’arrivo di un trattore ha potuto spostare la macchina e permettere la ripresa della corsa.
La vittoria di Stenuit
Dopo la neutralizzazione di un’ora la corsa è finalmente potuta ripartire. A venti chilometri dall’arrivo l’attacco decisivo è stato portato da Olivier Naesen e Robin Stenuit. Lo sprint finale ha arriso a Stenuit, giovane stagista della Wanty Groupe Gobert, la squadra belga in cui militano anche Gasparotto e Marcato.
Secondo posto per Naesen, poi il gruppetto inseguitore con l’altro belga Tim Merlier a completare il podio. Ma più della vittoria del bravo Stenuit quello che resterà di questa corsa è quell’incredibile episodio con la macchina ferma in mezzo alle piante di granturco.