Quasi 500 bambini e ragazzi morti in sette anni. Non sono i dati che arrivano da una guerra o da una carestia. E’ l’agghiacciante realtà delle strade italiane, quella che ha spinto dodici testate legate al ciclismo a chiedere azioni concrete al Governo sul tema della sicurezza. L’introduzione del nuovo codice della strada e una stretta sull’uso del cellulare alla guida sono ritenuti i cardini per elevare il livello di sicurezza sulle strade. Ma oltre alle leggi appare indispensabile un cambio di mentalità per chi si mette al volante.
Quanti incidenti per i ciclisti
I dati sugli incidenti stradale che coinvolgono i ciclisti sono particolarmente dolorosi. Nel 2014 sulle strade italiane sono morti 273 ciclisti. L’anno precedente erano stati 249 e prima ancora 289. Quasi ogni giorno in Italia muore una persona in bicicletta e spesso non si tratta di incidenti dovuti ad una fatalità o alle cattive condizioni atmosferiche. Secondo un rapporto di Aci e Istat il 28% degli incidenti è causato da distrazioni o da velocità eccessive. E quando si parla di distrazioni non si può non pensare al cellulare, onnipresente soprattutto dopo l’avvento degli smartphone. Una chiacchierata se non un messaggio o un post sui social network sono motivi di distrazione frequente che bastano a distruggere una vita.
#qualebuonastrada
A spingere per una svolta sul tema della sicurezza sono dodici testate del mondo del ciclismo: Bikeitalia.it, Lifeintravel.it, Viagginbici.com, Cyclinside.it, Bicilive.it, Rivista BC, Ciclismo.it, Bikelive.it, MTB-mag.com, BDC-mag.com, Bike Channel e Tuttobici. L’iniziativa pedala sotto l’hashtag #qualebuonastrada, una sorta di risposta polemica all’immancabile corrispettivo lanciato dal Ministero delle Infrastrutture, #sullabuonastrada.
L’iniziativa chiede al Governo che il nuovo codice della strada sia discusso quanto prima al Senato, dov’è fermo da un anno e mezzo dopo essere stato approvato alla Camera. Ma si chiede anche una campagna di sensibilizzazione sui pericoli dell’uso del cellulare alla guida.