Il Mondiale di ciclocross che si è tenuto domenica scorsa a Bieles, in Lussemburgo, ha regalato al belga Wout Van Aert la seconda maglia iridata consecutiva. Van Aert ha bissato il successo di un anno fa vincendo l’attesissimo confronto con l’altro fenomeno del ciclocross, l’olandese Mathieu Van der Poel. A decidere la sfida è stata una foratura in cui Van der Poel è incappato lasciando terreno decisivo al grande rivale, che potrebbe aver tratto vantaggio dalla scelta dei tubolari. Van Aert e la sua squadra hanno infatti tirato fuori dall’armadio un modello per terreni ghiacciati della Michelin che non è più in produzione dal 2002 e che si è rivelato perfetto per le condizioni particolarmente difficili che i corridori hanno trovato sul percorso lussemburghese.

Van Aert, il jolly verde

Sulla linea di partenza del Mondiale di ciclocross elite di domenica scorsa la bicicletta Felt di Wout Van Aert era ben distinguibile anche dai tubolari di un vistoso color verde, un pezzo d’antiquariato ciclistico. Questi tubolari adatti ai fondi ghiacciati e marchiati Michelin erano infatti in produzione fino al 2002, e a consigliarli al campione belga è stato il suo Ds Niels Albert, che li custodiva a casa sua. Non esattamente bellissimi, questi tubolari si sono rivelati una mossa azzeccata. Sul difficile percorso lussemburghese, ricavato in una vecchia cava, le forature infatti si sono susseguite continuamente. Van der Poel ha forato per ben quattro volte, l’ultima delle quali in maniera molto pesante e compromettente.

Per contro Van Aert ha forato solo una volta i suoi tubolari verdi d’antiquariato, volando così verso il secondo titolo iridato. Il fuoriclasse belga ha in ogni caso legittimato il successo al di là della scelta tecnica, continuando a guadagnare terreno sul rivale negli ultimi giri in cui nessuno ha avuto ulteriori forature. Van Aert ha concluso con 44’’ di vantaggio su Van der Poel, con oltre due minuti sul bronzo di Kevin Pauwels e quasi tre su Lars Van der Haar che è stato condizionato dalla bellezza di sei forature.