Gianni Moscon è uno dei migliori talenti della nuova generazione del Ciclismo internazionale ed anche al debutto in un grande giro ha subito fatto capire di che pasta è fatto. Il giovane trentino fa parte del gruppo di gregari che stanno scortando Chris Froome e già nella prima tappa di montagna della Vuelta Espana, quella di lunedì ad Andorra, si è messo in grande evidenza, tanto che il suo caposquadra è stato costretto a chiedergli di andare più piano. Moscon ha demolito il gruppo dei migliori, preparando così la stoccata di Froome sulla salita di Alto de Comella.

Moscon, troppo forte per tirare

La terza tappa della Vuelta Espana con arrivo ad Andorra è stato il primo confronto diretto tra gli uomini di classifica. Il Team Sky ha guidato la corsa come suo solito, impegnando uno dopo l’altro tutti i suoi gregari per chiudere la corsa e preparare l’attacco di Chris Froome sull’ultima salita. Nonostante sia alla prima esperienza in un grande giro a Gianni Moscon è stato affidato uno dei ruoli chiave nello scacchiere tattico della squadra britannica. Il giovane trentino è stato incaricato di fare il ritmo nella prima parte della salita finale verso l’Alto de Comella, un ruolo più decisivo rispetto a quello del più esperto Diego Rosa, impiegato in precedenza.

Moscon ha eseguito con fin troppa esuberanza il suo compito, mettendo alle corde anche il compagno di squadra Wout Poels, che avrebbe dovuto lavorare più avanti, e tanti altri corridori come Contador e Majka. Il passo imposto da Moscon è stato così intenso che Chris Froome ha dovuto chiedergli di rallentare e salire più piano per non rischiare di andare fuori giri.

A rivelarlo è stato lo stesso Moscon in un’intervista concessa al sito britannico Cyclingweekly. “E’ la prima volta che lavoriamo insieme e dobbiamo ancora capire come gestire il ritmo. Forse all’inizio della salita sono andato troppo forte” ha raccontato Moscon.

‘Rischio di mettere i compagni nei guai’

Moscon ha dimostrato di avere un motore eccezionale in queste prime tappe della Vuelta Espana, ma di dover ancora imparare a gestirlo in questo ruolo di gregario.

“Il ritmo viene regolato in base alle caratteristiche di una persona” ha spiegato il giovane trentino. “Io sono più forte sulle distanze brevi, alcuni miei compagni invece su quelle lunghe. Se inizio troppo forte c’è il rischio di mettere nei guai i miei compagni. Sulle lunghe salite non riesco ad andare con loro, quindi devo mantenere un buon ritmo ma senza metterli in difficoltà” ha continuato Moscon, che è convinto di poter fare un passo avanti importante per il suo futuro grazie all’esperienza di questa Vuelta Espana. “Penso che mi sarà utile per le classiche del prossimo anno, mi darà qualcosa in più nella sesta ora di corsa al Fiandre e alla Roubaix” ha concluso Moscon.