La caccia ai famigerati motorini che si teme possano essere usati nel Ciclismo professionistico è tornata di stretta attualità dopo l’elezione a presidente dell’Uci di David Lappartient. Il nuovo capo del ciclismo mondiale ha deciso di alzare il livello d’attenzione sul tema, ritenendo insufficienti le misure adottato dal suo predecessore, il britannico Brian Cookson. Lappartient ha di fatto bocciato su tutta la linea il progetto antifrode di Cookson, annunciando un netto cambio del piano di lavoro e degli uomini che guideranno la caccia alle biciclette truccate.

Doping tecnologico, i dubbi del metodo Cookson

Nell’era Cookson la lotta al Doping tecnologico è stata portata avanti dall’Uci con dei controlli fatti per mezzo di un tablet, un iPad mini con caricato un software realizzato appositamente da una startup di Birmingham.

Avvicinando alla bici il tablet, questo dovrebbe essere in grado di individuare la presenza di un motorino nascosto. In questo modo sono stati eseguiti migliaia di controlli nelle corse professionistiche negli ultimi anni, senza trovare nulla se non un motorino di vecchia generazione durante i Mondiali di ciclocross del 2016. Sull’efficacia di questo metodo sono stati però sollevati molti dubbi. Un’inchiesta condotta dal Corriere della Sera insieme alla tv tedesca ARD e a quella francese France 2 ha aumentato i sospetti, provando sul campo che il tablet non è in grado di individuare gli ultimi ritrovati in fatto di doping tecnologico, come le ruote ad induzione magnetica. Il cambio ai vertici del governo del ciclismo mondiale, dal britannico Cookson al francese Lappartient, porterà anche una rivoluzione sulla lotta alla frode tecnologica.

Arriva Peraud

David Lappartient ha deciso di rimuovere il responsabile dei controlli anti motorino Mark Barfield, britannico come Cookson. Al suo posto arriva ora Jean Christophe Peraud, l’ex corridore francese che arrivò secondo nel Tour vinto da Vincenzo Nibali. Peraud è stato scelto per questo delicato ruolo perché ha sia l’esperienza da corridore ad altissimo livello che una solida base universitaria essendo laureato in ingegneria chimica.

Durante la sua carriera, prima da biker e poi da stradista, Peraud ha continuato a lungo a lavorare come ingegnere, da ultimo nella multinazionale dell’energia Areva. L’ex corridore sarà il responsabile della lotta alle frodi tecnologiche e del settore materiali, riguardante l’approvazione dell’equipaggiamento che può essere utilizzato in gara.

“Volevo continuare a lavorare nel ciclismo e questa sfida che mi è stata offerta soddisfa pienamente il mio desiderio” ha dichiarato Peraud al sito dell’Uci. “Impegnerò tutte le mie competenze nell’ingegneria e nello sport in questo nuovo ruolo. L’Uci ha già una politica efficace in materia di attrezzature e di lotta contro le frodi tecnologiche, ma sono convinto che si possa migliorare” ha concluso Peraud.