Il Tour de France di Mark Cavendish è finito ieri durante la tappa di La Rosiere, la frazione numero undici della corsa. Il campione britannico era partito in questo Tour con qualche dubbio sulla sua condizione dopo le tante cadute della prima metà della stagione, e la strada ha palesato in maniera spietata tutte le sue difficoltà. Negli sprint non è andato oltre un modesto ottavo posto ed appena arrivate le grandi montagne non è riuscito a tenere neanche il passo dell’ultimo gruppetto, quello degli altri sprinter. La tappa di La Rosiere si è trasformata per Cavendish in un interminabile calvario.

Anche quando l’arrivo entro il tempo massimo si è rivelato impossibile, però, Cavendish si è rifiutato di desistere e di ritirarsi.

Cavendish: ‘Il traguardo è sempre bello’

Le tappe alpine hanno mostrato tutta la loro durezza ai velocisti del Tour de France, che sono tornati quasi tutti a casa tra ritiri e fuori tempo massimo. Ieri, nella tappa di La Rosiere, non sono riusciti a concludere in tempo nè Marcel Kittel né Mark Cavendish.

Il percorso breve e costellato di dure salite era particolarmente pericoloso per i corridori poco portati alle montagne, e queste sensazioni della vigilia si sono materializzate in corsa. Cavendish si è staccato subito, sulla Montè de Bisanne, non è riuscito a tenere il passo dell’ultimo gruppo e già verso metà corsa ha accumulato un ritardo pari a quello necessario a concludere nel tempo massimo.

Nonostante un destino ormai segnato, Cavendish ha voluto insistere e continuare per concludere lo stesso la tappa, senza avere mai il dubbio di salire in ammiraglia e ritirarsi.

“Io non mi ritiro mai, l’ho fatto da neoprofessionista e mi sono detto che non l’avrei più fatto” ha raccontato il velocista britannico in un messaggio su Twitter.

“Voglio arrivare. Il traguardo è sempre bello. Dopo il lavoro che il mio team ha fatto per me non potevo ritirarmi” ha spiegato Cavendish.

‘Ho detto ai compagni di andare’

Cavendish sapeva di andare incontro a delle giornate molto difficili sulle Alpi, vista la sua condizione non eccezionale e anche per il disegno delle tappe.

“Già vedendole in ottobre ne avevamo parlato, sapevamo che sarebbero state difficile e che dovevamo solo provarci” ha continuato il campione della Dimension Data, che poi ha raccontato di aver lasciato liberi i compagni di squadra che si erano fermati ad aiutarlo. “Era evidente che in salita potevo fare solo il mio passo e gli ho detto di andare avanti. Ovviamente sono deluso, ma queste sono le corse, non è la prima né l’ultima volta e cercherò di tornare più forte l’anno prossimo” ha promesso Cavendish, che è arrivato al traguardo con oltre un’ora di ritardo rispetto ai primi, il doppio del tempo massimo.

La Dimension Data ha perso nella tappa di ieri del Tour de France anche Mark Renshaw, anche lui finito fuori tempo massimo ma davanti a Cavendish.

“Non è mai bello perdere dei corridori, soprattutto i due Mark visto che ci aspettano ancora tre potenziali tappe in cui avrebbero potuto lottare” ha dichiarato il Ds della Dimension Data Roger Hammond sul sito ufficiale della squadra.