Il 2019 non è stato l’anno di Gianni Moscon. Il corridore trentino della Ineos, una delle realtà emergenti più interessanti del ciclismo italiano, non solo non ha centrato nessuna vittoria, ma non è neanche riuscito ad essere tra i protagonisti delle corse più attese. La primavera di classiche è passata nell’anonimato ed un cambio di programma con il Tour de France al posto del Giro d’Italia lo ha messo ancora più in difficoltà. Solo la maglia azzurra ha ridato un po’ di slancio a Moscon, che finalmente ai Mondiali in Yorkshire si è rivelato un uomo chiave per la nazionale di Davide Cassani.
Moscon: ‘Dalla Colombia sono tornato stanchissimo’
La stagione di Gianni Moscon era iniziata con grandi aspettative dopo un finale di 2018 che aveva visto sbocciare in pieno il suo talento con ben cinque vittorie raccolte in poco più di un mese.
Il 25enne della Val di Non sembrava pronto a fare un ulteriore salto di qualità e proporsi in pianta stabile tra i grandi delle classiche di primavera, ma alla prova dei fatti i risultati sono stati fallimentari.
Moscon ha subìto un paio di cadute nelle prime corse, si è subito ritirato alla Tirreno Adriatico e non ha neanche preso il via della Sanremo. Si è rivisto in gruppo nelle classiche sul pavè, ma sempre nelle retrovie. Il trentino ha ora spiegato come è arrivato a questo calo di rendimento così drastico. “Un anno difficilissimo, iniziato male e continuato peggio. La voglia di strafare ti fa cadere sempre in basso. In inverno ho lavorato come non mai. Ore e ore di bici e di lavori specifici.
Poi in Colombia, a inizio anno, idem e sono tornato stanchissimo” ha raccontato Moscon alla Gazzetta dello Sport.
‘A fine Tour con 8 chili in più’
Il superlavoro e il lungo ritiro in alta quota a cui Moscon si è sottoposto ha portato il suo fisico ad una sorta di blackout, un sovrallenamento che non ha più potuto smaltire e lo ha portato a prestazioni sofferte e deludenti. Il Team Ineos, solitamente molto pragmatico e organizzato, non lo ha aiutato decidendo di cambiare all’ultimo il suo programma di corse dopo le classiche.
Moscon avrebbe dovuto correre il Giro d’Italia, invece in maggio è stato mandato al Giro di California e successivamente al Delfinato per preparare il Tour de France. “Ho lavorato su un fisico esausto e al Tour sono arrivato già stanco prima di partire” ha dichiarato il corridore trentino, che in Francia non è riuscito ad essere molto d’aiuto ai capitani Bernal e Thomas arrivando a Parigi stravolto e con un sovrappeso enorme.
“Al ritorno a casa ero quasi 80 chili, avevo cominciato la corsa intorno ai 70, almeno 8 chili in più” ha rivelato il corridore della Ineos.
Con grande fatica Moscon è riuscito però a dare un senso a questo finale di stagione. Dopo aver riposato completamente per otto giorni ha cominciato a pensare al Mondiale e in Yorkshire si è rivisto un Moscon se non brillante almeno competitivo e pronto a rimettersi in gioco nelle ultime corse dell’anno e nella prossima stagione, facendo esperienza degli errori commessi. Il trentino tornerà a correre al Giro dell'Emilia e al Gp Beghelli, le due gare che si svolgono nel primo weekend di ottobre e nelle quali conta di mettere a frutto la buona condizione che si è vista ai Mondiali in Yorkshire in cui ha concluso al quinto posto dopo aver svolto un eccellente lavoro in favore del capitano azzurro Matteo Trentin.