Profumo d'Australia per Novak Djokovic, lo sente e lo respira a pieni polmoni. Il suo Tennis è già scintillante, del resto il primo Slam di stagione a Melbourne si avvicina ed il fuoriclasse di Belgrado lo ha vinto 7 volte in carriera. Gli Australian Open sono il "suo" Slam, più di ogni altro. Chiunque voglia rubargli lo scettro in tal senso, pertanto, è avvisato con tanto di campane, quelle che Nole ha fatto suonare vigorosamente nella finale di Atp Cup in cui la sua Serbia ritrovava la Spagna del grande rivale Rafa Nadal.

Gli iberici sono ancora freschi vincitori della Coppa Davis, Nadal gli ha strappato la vetta del ranking negli ultimi mesi del 2019: abbastanza motivazioni, quindi, per offrire agli appassionati di tennis il miglior Djokovic e mettere subito le cose in chiaro. Tradotto in parole povere, la Serbia ha vinto la prima edizione dell'Atp Cup, Djokovic ha vinto la prima sfida di stagione contro Nadal e sollevato il primo trofeo. Ma non è stata certamente una vittoria facile per i balcanici che hanno dovuto inseguire gli avversari, passati in vantaggio dopo la prima partita grazie alla vittoria di Bautista Agut su Lajovic.

Bautista non perdona

Se c'è stata davvero una furia rossa in questa Atp Cup, risponde certamente al nome di Roberto Bautista Agut. Avere un simile giocatore al numero due è un lusso, specie in questa condizione smagliante. A farne le spese nella finale di Atp Cup è stato Dusan Lajovic, certamente in partita nel primo parziale, ma letteralmente travolto nel secondo. Il serbo ha messo in campo un buon tennis nel set d'apertura che Bautista è riuscito a chiudere con qualche patema sul punteggio di 7-5: a far pendere l'ago della bilancia in favore dello spagnolo certamente qualche errore di troppo del buon Dusan, regali di cui il suo avversario non aveva sicuramente alcuna necessità, così come dimostrato nel secondo set in cui, semplicemente, è stato più forte.

Lo score di 6-1 si commenta da solo, Bautista Agut chiude la sua prima esperienza in Atp Cup con sei vittorie in altrettante partite e nemmeno un set lasciato per strada. La Spagna è dunque andata sull'1-0, affidando il match-point alle sapienti mani di Rafa Nadal al suo primo confronto del 2020 contro Novak Djokovic.

Troppo 'Djoker' per Nadal

Grazie all'Atp Cup, pertanto, l'anno è iniziato con il botto. Sono trascorsi soltanto 12 giorni dall'avvio del 2020 ed il primo Nadal vs Djokovic, la sfida tra i primi due tennisti del ranking Atp, viene servito su un piatto d'argento. Rafa, però, nel corso del torneo ha mostrato qualche incertezza di troppo, la sconfitta con Goffin nella partita contro il Belgio e la grande fatica per aver ragione di De Minaur nella semifinale contro l'Australia ne sono la dimostrazione.

Djokovic parte a razzo e nel primo set non c'è assolutamente contesa: sembra la prosecuzione della finale degli Australian Open dell'anno scorso in cui il serbo fece il bello ed il cattivo tempo. Per una volta i tifosi di Belgrado e dintorni sono più rumorosi degli spagnoli e sottolineano con un boato ogni punto chiuso dal loro idolo. Nole serve alla perfezione, gioca molto più avanti e non lascia passare alcun diagonale operando in lungolinea con pulizia ed efficacia.

Una tale dimostrazione di forza si traduce nel 6-2 con cui si chiude il primo set con Nole che mette un sigillo quasi impietoso scandito da tre ace di fila. Nel secondo parziale Rafa entra finalmente in partita, ma sarà comunque Djokovic a tenere i nervi saldi e la massima concentrazione nei momenti topici sulle palle che valgono il match.

Il momento di maggiore difficoltà Nole lo vive nel sesto game, sullo score di 3-2 per il maiorchino: il servizio stavolta fa cilecca, va sotto 0-40 ma riesce ad annullare incredibilmente tre palle break. Rafa non si arrende, ne avrà altre due a disposizione prima che il suo grande rivale riesca a metterci ancora una volta una pezza ed a chiudere all'ultimo respiro il punto del 3-3. Si procede poi con estremo equilibrio fino al 5 pari ed è Djokovic stavolta ad avere a disposizione due palle break e Rafa che si salva per poi ottenere il punto del 6-5 e garantirsi quanto meno il tie-break.

Al gioco di spareggio ci si arriva a tutti gli effetti dopo che Nole tiene il servizio: il serbo mostra di avere più benzina in corpo, quel tanto che basta per chiudere sul 7-6 (7-4 lo score del tie-break) ed ottenere il punto che consente alla sua nazionale di andare sull'1-1.

Nadal rinuncia al doppio, via libera per Nole

Si arriva dunque al doppio e ci si attende la seconda sfida tra Rafa e Nole, ma il maiorchino rinuncia ed al suo posto va Feliciano Lopez insieme a Pablo Carreno Busta. Djokovic è invece al suo posto con Viktor Troicki e se vittoria sarà, pertanto, sarà suggellata dalla sua firma in calce. L'avvio però non è quello auspicato dall'appassionata tifoseria serba, Lopez appare in gran spolvero e la coppia iberica conquista subito un break che va a consolidare nel game successivo: 2-0 Spagna.

I giochi successivi proseguono secondo i turni di battuta fino al sesto, quando Djokovic riesce a trovare le contromisure al servizio imprevedibile di Lopez (doppio fallo in apertura e poi due ace di fila) e Troicki è fortunato a toccare il nastro con il suo rovescio e beffare in tal modo Carreno Busta mettendo a terra il punto che consente alla Serbia di andare sul 3-3.

Annullato il gap, il livello di gioco di Djokovic sale vertiginosamente e ne beneficia anche il suo compagno: nell'ottavo gioco arriva il secondo break che porta il duo balcanico a servire per il set: quest'ultimo finisce 6-3 per la Serbia che inizia dunque a sentire l'odore del trionfo.

Il secondo set si gioca più o meno sulla falsariga del primo, qualche buon numero da parte del duo Lopez-Busta, ma nulla che possa cambiare l'inerzia del confronto: il parziale si chiude sul 6-4 che, sommato agli altri risultati, fa 2-1 per la Serbia che iscrive il suo nome all'albo d'oro della prima edizione di questa sorta di "Davis 2.0". Ma se doveva servire per "tastare il polso" in vista degli Australian Open, il messaggio è fin troppo chiaro.