Uno dei motivi d’interesse principali di questa stagione di Ciclismo, messa in pausa per l’emergenza sanitaria, è senz’altro la sfida generazionale tra i vecchi campioni come Nibali, Froome e Valverde, e i fenomeni emergenti guidati da Remco Evenepoel. Tra i giovani talenti che sono esplosi con un fragore clamoroso nella passata stagione spicca anche lo sloveno Tadej Pogacar, blindato dalla UAE Emirates e atteso tra i probabili dominatori delle grandi corse a tappe del decennio appena iniziato. Meno esuberante di Evenepoel, apparentemente freddo e pragmatico, il ventunenne sloveno si sta avvicinando alla ripresa della stagione tenendo un profilo molto basso nonostante i risultati e le prestazioni già evidenziati nella sua breve carriera.

Tour e Mondiali per Pogacar

In un’intervista rilasciata a Cyclingnews, Pogacar ha parlato del programma di corse che lo vedrà impegnato da agosto, quando è prevista la ripresa dell’attività agonistica. Il calendario personale dello scalatore della UAE Emirates ruoterà attorno a due obiettivi principali, il Tour de France e i Mondiali.

“Non è ancora sicuro al 100% ma probabilmente inizierò con la Strade Bianche il 1° agosto” ha dichiarato. “Poi farei Milano Sanremo o il Lombardia, quindi il Delfinato, che sarà di cinque tappe, il Tour de France e i Mondiali, ma niente è ancora sicuro” ha aggiunto il 21enne sloveno, che ha minimizzato le sue possibilità di puntare all’alta classifica al Tour nonostante il terzo posto, con tre vittorie di tappa, ottenuto lo scorso anno alla Vuelta Espana quando era al debutto assoluto in una corsa di tre settimane.

“Penso che ci siano ancora meno aspettative su di me adesso. Le persone non si aspettano molto da me dopo la pandemia, alcuni credono che non ci sarà neanche il Tour. Per me è troppo presto per pensare ad un risultato in classifica, mi preparerò bene, ma non voglio parlare di risultati. Certo, voglio correre ed essere con i migliori, provare ad attaccare ma so che sarà difficile” ha commentato Pogacar.

La quarantena negli Emirati

Tadej Pogacar sa meglio di tanti colleghi quanto potrà essere particolare questa stagione concentrata in poco più di tre mesi, tra agosto e metà novembre, e dopo tutto quello che è successo negli ultimi tempi. Il giovane sloveno era all’UAE Tour a fine febbraio quando il mondo del ciclismo ha cominciato a fare i conti da vicino con l’emergenza sanitaria.

Due suoi compagni di squadra, Gaviria e Richeze, risultarono positivi al coronavirus e la corsa fu bruscamente interrotta.

Pogacar rimase per due settimane isolato nella sua camera d’albergo prima di poter tornare in Europa, raggiungendo prima Monaco e successivamente la Slovenia. “La quarantena negli Emirati è stata dura, non potevo lasciare la mia camera d’albergo, il che era piuttosto difficile, ma da allora le cose sono diventate più semplici. Ho fatto due o tre test nei primi giorni, poi niente per una decina di giorni. Infine altri due test, tutti sono risultati negativi” ha raccontato Pogacar a proposito di quella esperienza.

Tadej Pogacar: ‘Sui rulli al massimo per un’ora e mezzo’

Pogacar è tornato a pedalare all’aperto nelle scorse settimane, dopo aver vissuto con un po’ di insofferenza il periodo di confinamento in casa e di allenamento sui rulli.

Il giovane sloveno è convinto che questo lungo periodo senza uscite in bici a cui sono stati costretti molti corridori condizionerà l’andamento della stagione.

“Sicuramente tutti saranno più lenti. La potenza c’è ancora, e credo che adesso tutti si stiano di nuovo allenando. Siamo tutti nella stessa situazione e alla fine non credo che ci saranno grandi differenze tra i corridori. Alcuni hanno avuto dei periodi di confinamento in casa più lunghi, e spero che nessuno si sia esaurito con i rulli” ha dichiarato Tadej Pogacar, che non è certo un sostenitore delle pedalate indoor. “La mia sessione più lunga sui rulli è stata di circa un’ora e mezza” ha confidato il talento sloveno della UAE Emirates.