L'ex ciclista Riccardo Riccò nei giorni scorsi è stato inibito a vita dal tribunale antidoping. Dopo la notizia della squalifica arrivata per comunicazione della Nado, Riccò ha parlato in una diretta Instagram condotta dall'ex ciclista Lello Ferrara.
Riccò ha informato di non avere nessuna intenzione di fare ricorso. Il 37enne emiliano peraltro è ormai da tempo operativo nel settore delle gelaterie avendo aperto in questi anni dei punti vendita.
E ha spiegato: "Nella vita me la sono già presa una seconda possibilità".
Riccardo Riccò: 'Non sono toccato dalla squalifica'
Riccò ha evidenziato a Lello Ferrara di non sentirsi particolarmente "toccato dalla squalifica", dicendosi non interessato a fare ricorso visto che non è cambiato nulla rispetto a quando sono arrivate le sentenze e in particolare quella del 2012 che sostanzialmente aveva chiuso la sua carriera.
"Ormai sono anni che sono fuori dal Ciclismo - ha evidenziato - e mi dà fastidio che torni fuori questa storia di nuovo, ho detto dei miei errori, ho sbagliato e sto pagando". Ha poi affermato che non gli interessa fare un ricorso che sarebbe anche possibile come eventualità, ma appunto non percorrerà questa strada.
Riccó ha raccontato che la vita da ciclista è dura perché si deve dedicare tutta la propria vita a questo, ventiquattro ore al giorno.
Riccò ha raccontato anche il momento in cui un medico del Tour gli ha dato l'informazione che era stato trovato positivo a un controllo. Dice di ricordarsi di non avere capito niente all'interrogatorio perché parlavano tutti in francese. Ha raccontato della notte in un carcere in una caserma ('brutta e sporca') e del rilascio il giorno successivo, dopo il processo per direttissima.
Riccò ha rivendicato le sue vittorie al Giro
Riccò nella trasmissione di Lello Ferrara ha anche rivendicato le vittorie della sua carriera: "Io ho vinto senza doping, ho vinto alle Tre Cime di Lavaredo e non ho toccato una medicina durante il Giro.
Non dico che non ho fatto niente prima, ma durante il Giro non ho toccato una medicina. Ho vinto corse minori, in quegli anni le corse di alto livello era quasi impossibile vincerle", ha spiegato.
Ha poi detto di non seguire molto il ciclismo di oggi, ma lo vede cambiato e migliorato molto, anche se c'è ancora da lavorare. Riccó ha spiegato di intravedere ancora troppe ingiustizie e - a suo avviso - non partono tutti alla pari, in quanto ci sarebbero squadre più agevolate e altre no. Per Riccò i giovani dilettanti di oggi non hanno la voglia che aveva lui, in quanto ci sarebbero ragazzi che "non sono stati indirizzati bene".
"Nella vita me la sono già presa - ha chiuso Riccò - una seconda possibilità".