Finisce con un colpo di scena davvero impensabile la Parigi-Nizza. Primoz Roglic ha perso la sua maglia gialla dopo aver dominato in lungo e in largo la corsa per tutta la settimana vincendo anche tre tappe. Il campione sloveno è caduto per due volte nel corso dell’ultima frazione, una tappa breve, anche alleggerita nel percorso rispetto al programma originario e che non sembrava poter incidere sull’esito della corsa. Invece Roglic è rimasto attardato dopo il secondo incidente e il gruppo si è scatenato per non farlo rientrare, riuscendo nell’impresa.
La corsa si è poi risolta con una volata di gruppo ristretta vinta da Magnus Cort Nielsen, mentre della sfortuna di Roglic ha approfittato Max Schachmann, che si porta a casa la classifica finale della Parigi – Nizza bissando il successo della scorsa edizione.
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— La Flamme Rouge (@laflammerouge16) March 14, 2021
Roglic subito a terra
L’ottava e ultima tappa della Parigi-Nizza si è corsa su un percorso modificato profondamente rispetto al programma originario. L’arrivo è stato spostato a Levens per il divieto imposto dalle autorità nizzarde a causa delle norme emanate per contenere l’emergenza sanitaria. Il tracciato si è ridotto ad appena 92 km, con solo una cote di terza categoria da ripetere per tre volte.
Nonostante questo percorso alleggerito e una maglia gialla ormai saldamente in pugno, Primoz Roglic ha passato una giornata da dimenticare. Il campione sloveno, partito con 52’’ di vantaggio su Schachmann in classifica generale, è caduto già nelle fasi iniziali, procurandosi una profonda abrasione sul fianco sinistro. Roglic è riuscito a ripartire e a rientrare prontamente in gruppo, mentre un altro dei corridori finiti a terra, David Gaudu, è stato costretto al ritiro.
La corsa intanto è volata via velocissima, con tanti attacchi da cui si sono formati due gruppetti di otto corridori ciascuno che si sono inseguiti a lungo. Tra i corridori all’attacco si sono inseriti anche Trentin, Oldani, Barguil e Matthews.
Schachmann davanti a Vlasov
La svolta della corsa è avvenuta poco prima dell’approccio all’ultima scalata della cote de Duranus.
Roglic è caduto una seconda volta ed è stato costretto anche a cambiare bicicletta dopo l’incidente. Anche stavolta lo sloveno è ripartito prontamente, ma il gruppo ha impresso un’accelerata violenta mettendolo in grande difficoltà. Roglic è arrivato a poche decine di metri dalla coda del plotone, ma l’andatura intensa lo ha poi fatto precipitare sempre più lontano, anche perché l'aiuto dei suoi compagni non è stato così immediato.
🛠 🇸🇮@rogla a été victime d'un problème mécanique. Il a dû changer de vélo et tente de réintégrer le peloton.
🛠 🇸🇮@rogla had a mechanical problem. He had to change his bike and is trying to get back into the peloton. #ParisNice pic.twitter.com/u0NCXsol7l
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La Bora di Schachmann ha insistito nella sua azione a tutta velocità in testa al gruppo, aiutata poi anche dalle altre squadre che hanno colto l’occasione di togliere di mezzo il dominatore assoluto di questa Parigi-Nizza.
L’operazione è riuscita e Roglic, rimasto senza più compagni, ha perso tantissimo terreno, fin oltre due minuti di distacco.
Il gruppo è andato a riprendere tutti i fuggitivi, e dopo qualche scatto di Schachmann, Vlasov e Mader, la soluzione è stata con uno sprint tra una trentina di corridori. Magnus Cort Nielsen ha preso la testa prima dell’ultima curva e nel breve rettilineo finale Christophe Laporte non ha più avuto lo spazio sufficiente per completare una rimonta che sembrava nelle sue possibilità. Il danese della Ef è così andato a vincere, con Laporte, Latour, Teuns e Barguil a seguire. Roglic ha concluso a più di tre minuti di ritardo, finendo fuori anche dalla top ten della classifica generale.
🏁 🇩🇰@MagnusCort était le plus rapide du groupe des favoris. 🚴🏻♂️💨
⏪ Revivez le dernier kilomètre.
🏁 🇩🇰@MagnusCort was the fastest man in the leaders group. 🚴🏻♂️💨
⏪Relive the last kilometre.#ParisNice pic.twitter.com/2M8G0PQy27
— Paris-Nice (@ParisNice) March 14, 2021
La Parigi-Nizza si conclude quindi con il successo di Max Schachmann con 19’’ su Vlasov e 23’’ su Ion Izagirre, anche se la splendida impressione destata da Roglic e le sue tre vittorie di tappa restano il segno più importante lasciato dalla corsa.