È durata due giorni la favola in rosa di Alessandro De Marchi. Complici le fatiche dei giorni scorsi e un’altra tappa davvero complicata per il percorso, il ritmo intenso e il maltempo, il corridore friulano ha dovuto cedere all’ungherese Attila Valter il simbolo del primato nella frazione odierna del Giro d’Italia. La sesta tappa della corsa rosa, con arrivo in quota a San Giacomo, ha mostrato la voglia di reagire della Bahrain Victorius al ritiro del suo leader Mikel Landa, caduto ieri. La squadra diretta da Alberto Volpi ha cercato e ottenuto il successo di tappa con il giovane svizzero Gino Mader.

Tra gli uomini di classifica è stato Egan Bernal con tutta la sua Ineos a prendere in mano la situazione, ma Evenepoel, Ciccone e Martin hanno risposto bene.

Giro, fuga con otto corridori

Il Giro d’Italia è ripartito stamani dalle Grotte di Frasassi senza Mikel Landa e Pavel Sivakov, due dei protagonisti più attesi della corsa, entrambi caduti nel finale di ieri. L’avvio è stato molto combattuto, visto che il profilo altimetrico con tante salite, ma senza pendenze impossibili, lasciava buone chance ad una fuga da lontano. Dopo diversi tentativi si sono raggruppati al comando otto corridori: Bauke Mollema, Matej Mohoric, Dario Cataldo, Gino Mader, Geoffroy Bouchard, Jimmy Janssens, Simone Ravanelli e Simon Guglielmi.

La pioggia ha reso molto complicata la parte centrale e finale della corsa, segnata dalle salite verso Forca di Gualdo, Forca di Presta e quella dell’arrivo a San Giacomo. La Ineos ha dato una violenta accelerata tra la prima e la seconda ascesa, approfittando anche del forte vento per spezzare il gruppo. A farne le spese è stato anche Alessandro De Marchi, rimasto invischiato in un gruppetto attardato e costretto così a dire addio alla sua maglia rosa.

Super lavoro di Mohoric

Nonostante la rincorsa orchestrata dalla Ineos, la fuga ha retto bene il confronto grazie al passo imposto a lungo da Mohoric. Il lavoro del corridore sloveno in favore del compagno di squadra Gino Mader si è rivelato decisivo, con la Bahrain Victorius apparsa motivatissima per reagire alla sfortunata uscita di scena del suo leader Mikel Landa.

Mader ha così iniziato la salita finale insieme a Mollema e Cataldo con ancora più di due minuti di vantaggio sul gruppo, spinto con forza da tutta la Ineos. Il lavoro ai fianchi dello squadrone britannico è continuato senza sosta, anche se le pendenze non proibitive della salita finale non hanno permesso di fare grandi distacchi. Negli ultimi 5 km la Ineos ha prima lanciato all’offensiva Daniel Martinez, facendo uscire allo scoperto la Deceuninck Quickstep, e poi ha piazzato il colpo di Egan Bernal. Alle progressioni dello scalatore colombiano hanno reagito prontamente Remco Evenepoel, apparso in grande condizione, Daniel Martin e Giulio Ciccone, con Simon Yates, Carthy e Vlasov leggermente in difficoltà ad ogni cambio di ritmo.

Maglia rosa ungherese

Davanti intanto Gino Mader ha staccato i compagni d’avventura negli ultimi 3 km ed è riuscito a resistere al ritorno dei big andando a vincere la tappa. Bernal non ha trovato nessuno pronto a collaborare o a rilanciare sulle sue accelerate e così si è dovuto accontentare di sprintare per il secondo posto davanti a Martin, Evenepoel e Ciccone, con l’ottimo Caruso a pochi secondi. Il gruppetto con Vlasov, Carthy e Yates ha perso 17’’ da Bernal e con loro è arrivato anche il sorprendente ungherese Attila Valter. Grazie al vantaggio acquisito nella tappa di due giorni fa, Valter è riuscito ad indossare la maglia rosa con 11’ su Evenepoel e 16’’ su Bernal.

La classifica è ancora molto stretta, con i primi 10 racchiusi in 49’’.

A pagare dazio più pesantemente oggi è stato soprattutto Jai Hindley, apparso molto lontano dalla condizione che nello scorso ottobre gli aveva permesso di concludere al secondo posto. L’australiano ha perso oggi due minuti e mezzo ed è già a tre e mezzo nella classifica generale. Nibali invece ha concluso a quasi un minuto dal vincitore e in classifica ha un ritardo di 1’43’’.