Sono arrivati già i primi segnali importanti nella tappa che ha portato il Giro d’Italia e i suoi favoriti all’incontro con la montagna. La tappa appenninica di Sestola, la quarta della corsa, è andata ad una fuga da lontano che ha premiato Joseph Dombrowski con il successo di giornata e Alessandro De Marchi con una meritatissima maglia rosa. Il gruppo, dopo aver lasciato spazio ai fuggitivi, è esploso sulla salita finale di Colle Passerino per un attacco di Mikel Landa a cui hanno risposto bene Bernal, Carthty e Vlasov, mentre Evenepoel e Yates hanno perso leggermente contatto.

I segnali più chiari sono però arrivati da Jai Hindley e soprattutto da Joao Almeida, due dei grandi protagonisti della scorsa edizione che sono stati bocciati da questo primo test.

Giro d’Italia, fuga a 25 sotto la pioggia

La quarta tappa del Giro d’Italia, la Piacenza – Sestola, non ha risparmiato emozioni e sorprese. Il percorso ha proposto le prime vere salite della corsa rosa, su e giù sull’Appennino modenese fino ai 4 km di dura salita verso Colle Passerino e il vicino arrivo a Sestola.

La giornata è stata resa ancora più difficile dalle condizioni meteo, con tanta pioggia a bagnare quasi ininterrottamente i corridori.

L’avvio è stato veloce e combattuto, con tanti corridori intenzionati a centrare la fuga giusta e una lunga sequenza di attacchi da cui si poi composto un gruppo al comando formato da ben 25 unità.

Tra questi anche Nelson Oliveira, Alessandro De Marchi, Valerio Conti, Andrea Vendrame, Rein Taarame, Joseph Dombrowski, Jacopo Mosca, Francesco Gavazzi e Chris Juul Jensen.

Il gruppo ha lasciato spazio ai fuggitivi, finché quando il distacco è arrivato a sei minuti la Astana ha dato una prima accelerata al ritmo, poi sostituita dalla Ineos.

La maglia rosa Filippo Ganna si è impegnato personalmente in un lungo lavoro nelle fasi centrali della corsa per dettare l’andatura in testa al plotone, tornando così al suo ruolo di gregario di lusso per Bernal. Dopo il Gpm di Castello di Carpineti hanno allungato in discesa Juul Jensen e la coppia della Intermarchè formata da Taarame e Hermans. La spinta dei due corridori della squadra belga ha permesso al terzetto di guadagnare un paio di minuti sugli altri attaccanti, con il gruppo che ha proceduto più tranquillamente a otto minuti.

Crollo di Almeida, festa per Dombrowski e De Marchi

Sulla salita di Montemolino in testa sono rimasti Taaramae e Juul Jensen, ma gli inseguitori si sono riavvicinati spinti soprattutto da De Marchi e Oliveira, ben piazzati in classifica generale e in odore di maglia rosa.

La corsa intanto si è riaccesa anche in gruppo sotto la spinta prima della Deceuninck Quickstep e poi soprattutto della Bahrain Victorius. È stato il preambolo ad una spettacolare ascesa verso l’ultima salita di Colle Passerino, 4 km al 10% di media.

Davanti Taaramae e Juul Jensen hanno ceduto il passo al rientro di un coriaceo De Marchi, che però non è riuscito a scrollarsi di dosso Dombrowski. L’americano è rimasto guardingo alle spalle dei corridori della Israel ed è riuscito a staccarlo nella parte finale della salita piombando poi tutto solo sul vicino traguardo di Sestola. Dombrowski ha così regalato il successo di tappa alla UAE, ma c’è stata festa anche per De Marchi, che con il secondo posto ha conquistato la maglia rosa, un premio ad una carriera splendida.

Il gruppo si è selezionato già sulle rampe iniziali del Colle Passerino e Joao Almeida è stato tra i primi a staccarsi. Il primo scatto è stato portato da Giulio Ciccone, ma a rompere davvero l’equilibrio è stato Mikel Landa, con un attacco di grande spessore che ha costretto gli altri big ad uscire allo scoperto. Aleksandr Vlasov ha replicato allo spagnolo, ma è stato il successivo rilancio di Egan Bernal a dare una nuova svolta. Il campione colombiano, arrivato al Giro con qualche dubbio, ha risposto presente a questa prima chiamata e ha selezionato il gruppetto dei più forti a cui sono rimasti agganciati Landa, Vlasov, Carthy e Ciccone.

Bernal e compagnia hanno chiuso a 1’37’’ dal vincitore, con un altro drappello capeggiato da Remco Evenepoel e comprendente anche Bardet, Yates, Martin, Formolo a 1’48’’.

Nibali non è riuscito a tenere il passo dei più forti quando è esplosa la battaglia ed ha concluso a 2’11’’, insieme a Jai Hindley, una delle note negative della tappa. Il grande sconfitto della giornata è però certamente Joao Almeida, arrivato a quasi 6’ di ritardo e già fuori dai giochi per la classifica generale, con una Deceuninck ormai concentrata solo su Evenepoel.

La nuova classifica vede De Marchi in rosa, mentre il primo dei pretendenti al successo finale è Vlasov a 1’24’’, seguito da Evenepoel. Carthy è a 1’38’’, Bernal a 1’39’’, Landa e Yates a 1’49’’, Nibali a 2’15’’.