Sono state le discese e la pioggia, più che le salite, a decidere la Clasica San Sebastian. La corsa basca ha segnato la ripresa del calendario World Tour, dopo la breve pausa dedicata al programma del Ciclismo su strada delle Olimpiadi di Tokyo. I corridori hanno trovato nei Paesi Baschi una giornata di brutto tempo, almeno nelle fasi finali, e questo ha costruito una storia completamente diversa da quella che ci si aspettava.

A dare il là all’azione decisiva è stata la discesa di Erlaitz, dove si sono avvantaggiati Mohoric, Rota, Honorè e Powless, che poi ha vinto la corsa allo sprint.

San Sebastian, anche Conti in fuga

La Clasica San Sebastian ha preso il via sotto il sole con una fuga di tredici corridori, avvantaggiatisi nelle fasi iniziali. Tra questi anche Valerio Conti, oltre a Riabuschenko, Rojas, Cherel e Calmejane.

La situazione meteorologica è cambiata radicalmente sullo Jaizkibel, la salita simbolo della corsa, dove il gruppo ha trovato la pioggia e anche un po’ di nebbia. In testa è rimasto il solo Javier Romo, ma con il gruppo sempre più vicino.

Le strade bagnate hanno provocato una certa selezione nelle discese di questa seconda parte della corsa, già scendendo dallo Jaizkibel dove si è verificata una caduta di Kelderman, Fabbro e Aleotti, tutti della Bora hansgrohe.

L’azione di Romo si è inevitabilmente esaurita e sulla dura salita di Erlaitz è stato il britannico Simon Carr (EF) a prendere l’iniziativa, rispondendo ad un primo attacco di Mikel Landa (Bahrain Victorius), che è stato in breve raggiunto.

Rota condizionato da una caduta

La successiva discesa si è rivelata decisiva. Matej Mohoric (Bahrain Victorius) è riuscito a portare via un gruppetto comprendente Lorenzo Rota (Intermarchè), Neilson Powless (EF) e Mikkel Honorè (Deceuninck). Il gruppo, già notevolmente ridotto, ha tardato un po’ a reagire, e poi solo UAE e Trek hanno provato a lanciare l’inseguimento, ma senza più grandi energie da spendere.

La Deceuninck, capitanata da Alaphilippe, ha invece deciso di giocarsi la vittoria con Honorè e di proteggere la fuga del giovane danese.

Così il quartetto è andato a riprendere e staccare Carr, e poi a sfidarsi nel finale con la salita al Murgil Tontorra. Qui Powless ha cercato di staccare tutti, ma Mohoric è salito in maniera più regolare riportandosi sotto allo scollinamento, seguito da Honorè. Anche Rota è riuscito a rientrare all’inizio della discesa, riformando così il quartetto che però si è rotto nuovamente per un incidente. Mohoric ha cercato di sfruttare le sue doti di grande discesista, ma ha sbagliato una curva. Lo sloveno è riuscito comunque a salvarsi e a non cadere, ma ha tratto in errore i compagni d’avventura.

Honorè e Rota sono finiti a terra, mentre Powless è passato senza problemi e si è lanciato da solo al comando.

L’americano ha assaporato il successo, ma si è visto raggiungere, in un finale incerto e combattuto, prima da Mohoric e quindi da Honorè.

Mohoric ha provato a lanciare un lungo sprint, ma Neilson Powless è riuscito a prendergli la scia e a compiere il sorpasso per andare a vincere. Lo sloveno si è dovuto accontentare del secondo posto dopo una corsa da grande protagonista, con Honorè a completare il podio e Rota al quarto posto. Alessandro Covi ha vinto lo sprint del gruppetto inseguitore per il quinto posto, davanti all’iridato Alaphilippe e con gli altri favoriti della vigilia, tra cui Vingegaard, Mollema e Moscon, nella top ten. In questo gruppo ha concluso anche Egan Bernal, alla corsa di rientro dopo il Giro d’Italia.