I confini del ciclismo professionistico continuano ad allargarsi sempre di più, con corridori da ogni parte del mondo che riescono ad arrivare ai livelli più alti. Una delle ultime barriere da abbattere era l’Africa centrale, territorio di straordinari atleti nella corsa a piedi e in altre discipline sportive, ma non ancora nel Ciclismo. Questa mancanza si sta colmando grazie a Biniam Girmay, 21enne eritreo che in questo scorcio iniziale della stagione sta sbalordendo tutti per il suo approccio alle classiche del nord. Girmay si era già segnalato lo scorso anno ai Mondiali under 23 di Leuven, quando arrivò secondo nella gara della categoria under 23, vinta da Filippo Baroncini, ma in questi primi mesi del 2022 ha mostrato una crescita esponenziale, tanto da essere già tra i più forti nelle classiche del World Tour.

Biniam Girmay: ‘Mi sono sentito come a casa’

L’inizio di stagione di Biniam Girmay, il 21enne eritreo della Intermarché Wanty Gobert, ha confermato che siamo di fronte al primo, vero grande talento prodotto dall’Africa centrale nel ciclismo professionistico. Corridore veloce, scattante, forte sui percorsi misti, ma ancora tutto da scoprire nei limiti del proprio talento, Girmay ha iniziato quest’anno vincendo il Trofeo Alcúdia, in cui ha battuto allo sprint Gibbons e Nizzolo, ed ha poi ottenuto buoni piazzamenti alla Parigi-Nizza. Il giovane eritreo ha superato brillantemente anche il confronto con le grandi classiche, rimanendo nel gruppo dei più forti fino sul Poggio durante la Milano – Sanremo, conclusa al 12° posto.

Binian Girmay si è poi spostato in Belgio, dove ieri, 25 marzo, è stato tra i grandi protagonisti, un po’ a sorpresa, di una delle classiche che anticipano il Giro delle Fiandre, la E3 Saxo Bank Classic di Harelbeke. Il 21enne della Intermarché è arrivato al via della corsa al buio, senza conoscere il percorso e i passaggi più critici come i muri in pavé, ma dopo essere rimasto sorpreso dall’attacco di van Aert sul Taaienberg, è riuscito a recuperare e a concludere al quinto posto.

La presenza di Girmay, primo corridore di colore a essere protagonista nelle classiche del pavé, non è passata inosservata né agli appassionati né agli addetti ai lavori. “Ho sentito gridare il mio nome ovunque lungo il percorso, mi sono sentito come a casa” ha dichiarato il giovane eritreo.

‘Sono venuto qui per imparare’

Girmay ha dimostrato di avere un’innata predisposizione per questo tipo di corse, evidenziata ancora di più dal fatto di non aver preparato in modo specifico la campagna di classiche del nord.

“Le gare con salite brevi e ripide mi si adattano, ma era dai Mondiali che non pedalavo sul pavé, il percorso e le salite come il Paterberg e il Kwaremont per me erano sconosciuti” ha commentato il ragazzo eritreo.

Girmay ha pagato l’inesperienza sulle caratteristiche del tracciato e il modo di interpretare la corsa, ma questo non gli ha impedito di portare a casa un prestigiosissimo quinto posto, in mezzo ai campioni più affermati delle classiche del nord. “Il posizionamento nel gruppo è fondamentale. Non avevo punti di riferimento e per me questa è stata la difficoltà più grande. Sono venuto qui per imparare dall’esperienza dei miei compagni di squadra e grazie a loro sono sopravvissuto alla selezione nei momenti chiave e sono arrivato tra i primi cinque” ha analizzato Biniam Girmay.

Niente Fiandre, appuntamento al Giro

Nonostante questa splendida prestazione ad Harelbeke, Biniam Girmay ha deciso di non presentarsi al via del Giro delle Fiandre, in cui sarebbe potuto essere una delle mine vaganti della corsa. Il corridore eritreo sarà ancora in corsa domani, 27 marzo, nella Gand – Wevelgem e poi tornerà a casa. “Tornerò in Eritrea per preparare il mio primo Giro d’Italia a casa mia, in quota. Il mio programma di gara mi ha regalato una bella vittoria e diversi piazzamenti in corse di altissimo livello, quindi sono convinto di essere sulla strada giusta” ha commentato Girmay.