Uno dei principi di base su cui si fonda l'efficienza nel ciclismo, e soprattutto nei tratti di salita, è il rapporto tra il peso del ciclista e la sua potenza. Questo dato è particolarmente importante per quei campioni che puntano alla vittoria nelle grandi corse a tappe, per i quali può raggiungere un valore sui 6,5 watt per chilo. Migliorare questo rapporto è il punto chiave per poter ambire a vincere un grande giro e per farlo è essenziale ridurre al minimo il peso corporeo. Per questo nel Ciclismo moderno molti corridori hanno raggiunto dei livelli di magrezza a volte preoccupanti.

Una delle tendenze degli ultimi anni per la perdita di peso è il ricorso alla dieta chetogenica, un regime alimentare che riduce drasticamente i carboidrati per spingere l'organismo a produrre glucosio e ad aumentare il consumo energetico dei grassi del tessuto adiposo.

'Eliminare i carboidrati finirà per avere un impatto sull'allenamento'

In un'intervista al sito specializzato Road.cc, l'ex campione del mondo di Triathlon, e ora preparatore, Dave Scott, ha bocciato la dieta chetogenica, spiegando che alla lunga avrebbe più effetti negativi che positivi sulle prestazioni atletiche.

"È vero che il ciclismo è uno sport di resistenza, ma gran parte dello sforzo viene fatto a un'intensità relativamente elevata.

La maggior parte delle volte prendi energia dalle riserve di carboidrati. Ci sono molte prove che dimostrano che se non assumi abbastanza carboidrati nella tua dieta non esprimerai dei valori di potenza così alti come faresti invece mangiando più carboidrati. Quindi sì, potresti avere dei benefici in termini di metabolismo dei grassi, ma così riduci anche l'effetto dell'allenamento.

Eliminare i carboidrati finirà per avere un impatto sull'allenamento", ha spiegato Dave Scott.

Ciclismo, le strategie per perdere peso secondo Scott

L'ex campione ha dichiarato che per eliminare il peso in eccesso le strategie più semplici sono in realtà anche più efficaci della dieta cheto. "Il miglior modo per perdere peso è eliminare dalla dieta quotidiana una cosa o due di cui si può fare a meno.

Può essere una birra o uno spuntino. Un'altra cosa è accorciare la finestra temporale per mangiare. Questo significa, per esempio, smettere di mangiare alle venti e non mangiare più fino alle nove di mattina", ha spiegato Scott aggiungendo che anche l'allenamento a digiuno, se fatto nel modo corretto e senza eccessi, può avere effetti benefici sulle prestazioni.

"Molte prove confermano che c'è un piccolo miglioramento nella capacità di metabolizzare il grasso a intensità un po' più elevate facendo degli allenamenti a digiuno. I feedback però sono contrastanti sul fatto che questi cambiamenti possano essere duraturi e a lungo termine", ha aggiunto Scott, spiegando che l'allenamento a digiuno dovrebbe limitarsi a un'ora a bassa intensità, solo una o due volte alla settimana.

Scott ha sottolineato anche l'importanza di fare un pasto di recupero subito dopo l'allenamento e che questo dovrebbe contenere sia carboidrati che proteine.