Nei giorni di avvicinamento al via della Vuelta Espana di ciclismo, previsto per sabato 26 agosto a Barcellona, le attenzioni dei media si stanno concentrando soprattutto su Vingegaard, Roglic e Evenepoel.

Tra i corridori che possono regalare qualcosa di speciale in questa corsa c’è anche Juan Ayuso, il giovane spagnolo della UAE Emirates che fu terzo un anno fa al debutto. Non ancora ventunenne, Ayuso rappresenta già la nuova realtà del Ciclismo spagnolo, che con lui e Carlos Rodriguez sta tornando in alto dopo la conclusione dell’era Contador–Valverde.

Parlando a pochi giorni dal via, il campioncino della UAE ha raccontato le sue speranze per questa Vuelta, il progetto del debutto al Tour nella prossima stagione e il suo approccio senza farmaci al ciclismo.

Ayuso ha ricordato che anche un anno fa, quando risultò positivo al Covid durante la Vuelta, superò il problema senza assumere nessuna medicina.

Juan Ayuso: 'Mi rimetto in modo naturale'

Il corridore spagnolo ha raccontato che nella Vuelta 2022 si sentì male durante il giorno di riposo e pagò le conseguenze di questo problema di salute nella cronometro con cui la corsa riprese nella tappa successiva. “In quella crono non ottenni una buona prestazione, risultai negativo al Covid ma avevo mal di testa.

Fortunatamente l’ho superato alla svelta. Due giorni dopo sono risultato positivo quando stavo di nuovo benissimo, una cosa senza senso” ha ricordato Juan Ayuso, che anche in quella situazione non volle assumere nessun medicinale.

“Non mi piace, anche se mi prescrivono ibuprofene o paracetamolo non li prendo. Mi rimetto in salute in modo naturale.

So che il paracetamolo non causa alcun danno, ma questa è solo la mia mentalità. Cerco di mantenermi in salute con le vitamine”, ha spiegato Ayuso.

'Il ciclismo spagnolo è in fase di transizione"

Ayuso ha raccontato di sentire l’entusiasmo del pubblico spagnolo, che spera di ritrovare in lui e in Carlos Rodriguez due nuovi corridori in grado di vincere i grandi giri e le altre corse più importanti, prendendo il testimone dalla generazione passata di Contador e Valverde.

“Il ciclismo spagnolo è in una fase di transizione. Sia io che Carlos Rodriguez non siamo ancora a quel livello, ma ci stiamo arrivando. Quando vedo quante persone gridano il mio nome durante la Vuelta, mi dà una carica enorme. Sono commoventi anche i tanti messaggi durante la Vuelta. Ho sentito molto amore da parte dei fan” ha dichiarato il giovane spagnolo, che non si pone limiti in questa Vuelta Espana che sta per iniziare. “Devo provare a vincere la Vuelta prima di debuttare al Tour”, ha dichiarato Juan Ayuso.

Il progetto del corridore spagnolo è quello di andare a caccia del successo nella corsa di casa e poi scoprire il Tour de France nella prossima stagione. “Sono ambizioso e ovviamente un giorno voglio vincere il Tour”, ha dichiarato Ayuso, che però sa di avere in squadra un certo Tadej Pogacar, il numero uno del ciclismo mondiale.

Lo spagnolo si è detto pronto ad accettare e rispettare i verdetti della strada e le gerarchie imposte dai risultati. “Se l’anno prossimo Tadej sarà ancora sopra di me in termini di livello, andrò a correre il Tour per lui e imparerò molto lungo il percorso. Magari nel 2025 partirò con l’idea di vincere. Forse Tadej qualche volta opterà per il Giro. Ma ripeto: devo ancora fare progressi perché al momento non sono ancora al livello per puntare alla vittoria del Tour”, ha commentato Juan Ayuso.