Il Tour de France, vinto per la seconda volta da Jonas Vingegaard, ha entusiasmato gli appassionati di Ciclismo regalando sfide stellari, e prestazioni di altissimo livello tecnico e atletico. Le straordinarie prove della maglia gialla e del suo grande rivale Tadej Pogačar hanno però suscitato anche qualche sospetto. I due campioni hanno dimostrato di essere di una categoria completamente diversa rispetto a tutti gli altri corridori, hanno fatto una corsa a sé e battuto diversi record di scalata delle salite più leggendarie del Tour. Anche se Vingegaard e Pogačar hanno superato senza problemi decine di controlli antidoping, i tempi con cui hanno migliorato, in alcuni casi demolito, i record segnati da Armstrong e da altri campioni poi squalificati per doping, hanno portato a sospetti e dubbi.

L'ex preparatore della Festina Antoine Vayer ha analizzato i dati delle prestazioni più straordinarie dell'ultimo Tour de France, arrivando alla conclusione che "Vingegaard è un mutante".

Ciclismo, il Tour come un set cinematografico

Antoine Vayer è stato dal '95 al '98 il preparatore della Festina, la squadra francese di ciclismo poi chiusa per il coinvolgimento in un'indagine antidoping. Da allora Vayer è diventato giornalista e scrittore, sempre a caccia di storie e numeri con cui denunciare il lato più oscuro dello sport e del ciclismo.

L'ex preparatore ha calcolato e analizzato i dati di alcuni punti chiave dell'ultimo Tour e, nonostante tutti i controlli antidoping superati dai corridori, ha spiegato di ritenere sovrumane le prestazioni di Pogačar e soprattutto Vingegaard.

"Vingegaard non è umano, è al di là del miracolo, è un mutante. Come può un ragazzo di 60 chili spingere 450 watt in media sulle salite?", si è chiesto Vayer, che ha paragonato il Tour de France a una grande produzione cinematografica con due super eroi come protagonisti.

"Non sono sospetti, non sono miracolosi come Armstrong", ha dichiarato a Radio-Canada Sports.

"Sono migliori. Stimolati dal loro duello, a volte si evolvono nella zona di Pantani, Ullrich, Indurain e Riis, che hanno segnato questo sport con tante dolorose cicatrici. Nel Col de Marie-Blanque, posto a 18,5 km dal traguardo, Vingegaard ha salito una rampa di 5,36 km al 10,26% in 16 minuti e 13 secondi. La sua potenza media è stata misurata a 486 watt.

Pogačar è stato misurato con una potenza di 466 watt. Il che mi fa dire che c'erano due Marvel, due mutanti", ha commentato Vayer.

'Hanno il 10% di potenza in più dei rivali'

L'ex preparatore della Festina ha analizzato anche i dati di un'altra tappa fondamentale dell'ultimo Tour, la cronometro di Combloux. Vingegaard ha vinto quella tappa infliggendo dei distacchi pesanti agli avversari.

"Parliamo della cronometro. Erano 22,4 km mossi, buttati giù in 32 minuti e 36 secondi, con distacchi soprannaturali: 1:38 di vantaggio su Pogačar, 2:51 sul compagno di squadra Wout van Aert, il grande specialista della disciplina, che ha corso con l'8% in meno di potenza del danese. Questo conferma che Vingegaard e Pogačar corrono con una potenza media del 10% in più rispetto a tutti i loro rivali e sono in grado di sviluppare 450 watt stabilmente. Tutto questo è molto triste per il ciclismo. È un Tour de France con non uno, ma due Armstrong", ha commentato Vayer.