La sconfitta rimediata per mano di Jonas Vingegaard al Tour de France non ha ridimensionato la posizione di Tadej Pogačar come punto di riferimento del Ciclismo mondiale. Il campione sloveno continua a essere considerato dai più come il vero numero uno del ciclismo, grazie alla sua capacità di spaziare su tutti i terreni, sfidando e battendo gli specialisti delle classiche come quelli dei grandi giri. In un intervento sul sito Rouleur, il suo preparatore Iñigo San Millán ha parlato delle caratteristiche che rendono così speciale Pogačar spiegando che, contrariamente ad altri atleti, il suo campione “continua a bruciare grassi quando pedala ad alta intensità”.

Pogačar e Vingegaard, delle doti naturali da fenomeni

Dopo il Tour de France si è parlato molto del livello straordinario raggiunto dai due dominatori della corsa, Vingegaard e Pogačar, dei dubbi sulla pulizia di queste super prestazioni e delle loro doti naturali. Sui social ha iniziato a circolare una serie di dati riguardanti il campione danese. Vingegaard venne sottoposto ad alcuni test quando ancora non era un professionista, in cui fu rilevato un VO2 max di 97. Questo dato esprime il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell'unità di tempo per contrazione muscolare ed è un parametro biologico innato che può essere solo in parte condizionato dall’allenamento. Quello misurato a Vingegaard è un dato particolarmente alto, più degli altri campioni del ciclismo attuale e del passato.

Tadej Pogačar ha un VO2 max di 89, uguale a quello di un altro campione dei grandi giri, Egan Bernal. Iñigo San Millán, fisiologo e preparatore della UAE Emirates, ha spiegato che i segreti delle straordinarie prestazioni del campione sloveno non sono nel VO2 max.

'Il fisico di Pogačar funziona in modo estremamente efficiente'

"Quello che vediamo con Tadej Pogačar è che continua a bruciare grassi quando pedala ad alta intensità", ha spiegato San Millán, aggiungendo che questo dà al suo campione una marcia in più rispetto agli avversari. "A quel punto gli altri corridori dovranno usare le loro scorte di glicogeno.

Il fisico di Tadej funziona in modo estremamente efficiente e converte il lattato che si forma in mitocondri”, ha spiegato l'esperto basco della UAE Emirates.

“I ciclisti professionisti immagazzinano circa 500 grammi di glicogeno, di cui hanno bisogno per compiere gli sforzi davvero importanti. Tadej riesce quindi a conservare questa scorta per i momenti in cui ne ha veramente bisogno perché può continuare a fare appello alle fibre muscolari lente grazie all’efficienza del suo corpo”, ha spiegato Iñigo San Millán.