È successo un po' di tutto a Barcellona, nella seconda tappa della Vuelta Espana, tra polemiche, errori organizzativi e un finale al limite del grottesco.

Dopo le forti proteste di alcuni corridori per l'orario notturno della cronosquadre di ieri, la corsa è ripartita oggi in una giornata che ha scaricato altra pioggia sul gruppo. I corridori hanno chiesto ed ottenuto di anticipare la neutralizzazione dei tempi per i timori della breve discesa finale dal Montjuich, in vista del traguardo. I tempi validi per la classifica generale sono stati stoppati a nove chilometri dall'arrivo, dove sono transitati con un minimo vantaggio gli ultimi due superstiti della fuga iniziale, Javier Romo e Andrea Piccolo.

L'italiano ha colto questa occasione, con un po' di fortuna, per vestire la maglia rossa. La corsa è poi continuata con una trentina di corridori che si sono giocati la tappa, andata ad Andreas Kron, mentre tutti gli altri hanno raggiunto il traguardo a passo turistico.

Vuelta, tappa neutralizzata a nove chilometri dall'arrivo

La seconda tappa della Vuelta Espana ha previsto un percorso di 180 tra Matarò e Barcellona, con il finale caratterizzato dallo strappo del Montjuich, la collina della città catalana, ad appena tre chilometri dall'arrivo.

La corsa è stata molto strana, probabilmente anche per via del nervosismo generato dalla cronosquadre di ieri che ha portato alla decisione di neutralizzare gli ultimi nove chilometri della tappa. Le condizioni meteo si sono poi rivelate non così estreme da richiedere un intervento del genere e la Vuelta ne è uscita con una figura non proprio buona.

Nelle fasi iniziali sono partiti in fuga Matteo Sobrero, Andrea Piccolo, Javier Romo, Joel Nicolau e Jetse Bol. La DSM della maglia rossa Lorenzo Milesi ha presidiato la testa del gruppo per controllare la situazione, che però è sfuggita di mano per la particolarità della corsa. Con il passare dei chilometri in testa sono rimasti i soli Piccolo e Romo, mentre alcune scivolate hanno rallentato la marcia del gruppo.

L'attacco di Kron sul Montjuich

Anche Primoz Roglic è finito a terra in una rotonda e dopo questo episodio Vingegaard e Van Baarle hanno intimato al gruppo di rallentare con gesti molto plateali, una scena a cui si è unito il solito Evenepoel. Lo stesso Milesi è poi scivolato ed è rimasto irrimediabilmente attardato, finendo così la sua comunque bella avventura in maglia rossa. Piccolo e Romo hanno così avuto l'occasione di transitare a nove chilometri dall'arrivo, nel punto di neutralizzazione dei tempi, con ancora qualche secondo di vantaggio sul gruppo. I due sono poi stati raggiunti e staccati da una trentina di corridori, che hanno continuato la corsa in modalità agonistica, mentre tutti gli altri, big compresi, hanno tirato i remi in barca e raggiunto l'arrivo con molti minuti di ritardo.

Sullo strappo del Montjuich, Andreas Kron ha piazzato una bella accelerata per poi disegnare bene le larghe curve della discesa verso il traguardo. Il danese ha fatto il vuoto rispetto allo sparuto gruppetto di corridori ancora in gioco per la tappa, ed ha così conquistato la vittoria. Kaden Groves ha battuto Vendrame e Bagioli nello sprint per il secondo posto.

Dopo mezz'ora d'attesa è stata finalmente ufficializzata la maglia rossa di Andrea Piccolo, secondo italiano in due giorni a vestire i simboli del primato in questa Vuelta.

La lunga attesa è stata dovuta alla difficoltà della giuria di ricostruire l'ordine dei passaggi al Gpm con i relativi abbuoni. Un commissario di gara ha cercato delle immagini dagli spettatori presenti per stilare la classifica, una scena davvero singolare per un grande giro di ciclismo professionistico.

Domani la corsa offrirà già il primo arrivo in salita, ad Arinsal, dove i favoriti per la vittoria finale saranno subito chiamati al confronto.