Con la vittoria al Giro di Lombardia di sabato scorso, Tadej Pogačar ha scritto una volta di più il suo nome nella storia del ciclismo. Il fuoriclasse sloveno ha conquistato la classica di chiusura della stagione per la terza volta consecutiva, come solo due campioni leggendari di un'epoca lontana come Fausto Coppi e Alfredo Binda erano riusciti a fare. Oltre ad aver regalato emozioni forti, con una vittoria costruita in modo anomalo attaccando in discesa, Pogačar ha stabilito un nuovo primato di scalata al Passo Ganda, salendo a una media di 6,33 watt per chilo.

Pogačar più veloce rispetto al 2021

Nel Lombardia di sabato 7 ottobre, Tadej Pogačar ha attaccato nella salita che tutti ritenevano il punto chiave della corsa, il Passo Ganda. Il campione sloveno non è riuscito a scrollarsi tutti di dosso, come avvenuto invece nell'edizione di due anni. La sensazione è stata di un Pogačar forte, ma non così dirompente come in altre occasioni. Il campione in carica è stato subito raggiunto da Vlasov, e poi da Roglič, Simon Yates e Andrea Bagioli. I dati estrapolati nel dopo corsa raccontano però di una prestazione di altissimo livello. Tadej Pogačar ha scollinato per primo il Ganda chiudendo la scalata in 23 minuti e 8 secondi, il nuovo record della salita. Due anni fa lo sloveno della UAE aveva staccato tutti, ma aveva impiegato 23 minuti e 14 secondi per completare questa stessa scalata.

Pogačar ha espresso una potenza di circa 6,33 watt per chilo, un valore alto ma non stellare, e inferiore ad altre prestazioni di questa stagione. La lunghezza e la difficoltà del Lombardia e il posizionamento a fine stagione hanno probabilmente inciso su questo dato.

'Per scrivere la storia del ciclismo serve il Giro'

I nuovi record che Pogačar segna ormai continuamente danno una misura chiara della dimensione che sta assumendo la sua carriera.

Il campione della UAE ha raggiunto la sua quinta vittoria in una classica monumento, un traguardo tagliato ad appena 25 anni. Solo Eddy Merckx, in tutta la storia del Ciclismo, ha saputo arrivare a quota cinque monumento in età più giovane. In questa speciale classifica, il numero uno del ciclismo mondiale è davanti a leggende come Gino Bartali, Roger De Vlaeminck e Rik Van Looy.

Nonostante questa scia di successi che non ha paragoni e riscontri nel ciclismo moderno, la Gazzetta dello Sport ha preso una posizione un po' critica nei confronti di Tadej Pogačar, ricordando che il campione sloveno non ha mai corso il Giro d'Italia. "A 25 anni ha già conquistato un posto tra i grandi. Come disse una volta Eddy Merckx: 'Oltre al Tour de France, ci sono anche altre salite leggendarie'. Come le grandi salite in Italia, per esempio... Per scrivere storia, serve anche il Giro d'Italia", ha scritto il giornale di RCS.