Da ormai diversi anni nel mondo del ciclismo si è aperto un dibattito sulla possibilità di inserire un tetto ai budget delle squadre World Tour, il cosiddetto salary cap. Questo sistema, largamente usato negli sport americani, serve a garantire un maggior equilibrio tra le squadre. L'Uci e il suo presidente David Lappartient stanno studiando da tempo questa opzione per dare un'inversione di tendenza ad un Ciclismo in cui i campioni sono tutti concentrati in pochissime grande squadre. Contro il salary cap si è schierato Alex Carera, agente di Tadej Pogacar, Jasper Philipsen e altri campioni del ciclismo attuale.

Secondo Carera questo sistema danneggerebbe i team manager più bravi: "Sarebbe come se i corridori più forti corressero con dei pesi" ha commentato Carera.

Carera sul salary cap: 'Una proposta inutile'

Nel ciclismo World Tour si stanno facendo sempre più ampie le distanze, economiche e conseguentemente anche tecniche, tra poche grandi squadre e tutte le altre. Team come UAE, Visma e Ineos dispongono di budget enormi e grazie a questi finanziamenti hanno ingaggiato molti dei corridori più forti. Queste squadre sono spesso in grado di schierare dei gregari che sono di livello più alto rispetto ai leader dei team più piccoli, creando uno squilibrio molto evidente.

Il salary cap imporrebbe ai team un tetto massimo nel budget e quindi la possibilità di ingaggiare un minore minore di corridori forti.

Conseguentemente si genererebbe una ridistribuzione dei valori che potrebbe portare a delle corse più equilibrate e con più protagonisti. Alex Carera però ha bocciato questa idea, ritenendola penalizzante per quelle squadre che riescono ad attrarre degli sponsor più grandi. "Penso che sia una proposta inutile. In ogni sport, dovrebbero vincere i migliori.

Se i migliori team manager riescono a mettere insieme budget più grandi, è naturale e giusto che anche queste squadre abbiano più successo delle altre" ha commentato l'agente di Pogacar e Philipsen, facendo un paragone applicato ai corridori.

"Sarebbe come chiedere a Pogacar, Van der Poel, Evenepoel e Vingegaard se possono d'ora in poi presentarsi alla partenza di una corsa con dei pesi sulla schiena, per rendere le gare più equilibrate.

Invece è molto meglio e più giusto investire negli allenamenti, nell'alimentazione e nei materiali, in modo che altri corridori possano crescere fino a questo livello” ha commentato Carera, che ha guardato con favore all'ingresso di nuove grandi aziende nel mondo del ciclismo.

“L’anno scorso grandi brand come Lidl, Red Bull, Decathlon e Tudor sono entrati nel ciclismo. Spero che altre grandi aziende e marchi ora seguano l’esempio, rendendo lo sport ancora più attraente e con più valore globale” ha dichiarato Carera.

Le reazioni sui social

L'intervento di Alex Carera sul salary cap ha suscitato molte reazioni sui social. Un utente ha sottolineato come la presa di posizione di Carera guardi agli interessi personali e sia "un'opinione scontata per un agente di corridori", invitando invece ad intervenire su salari minimi dei corridori.

La possibilità di avere un ciclismo con dei valori più ravvicinati tra le varie squadre è però vista come un passo avanti interessante. "L'approccio del tetto salariale si è rivelato utile per creare campionati più competitivi in ​​altri sport professionistici, ma la conseguenza è che i migliori atleti in assoluto tendono ad essere sottopagati rispetto a quanto otterrebbero in un mercato non vincolato" ha commentato un altro utente.