Tra i corridori che non hanno convinto appieno nella prima tappa di alta montagna del Tour de France, quella che ieri ha portato a Valloire attraversando il Galibier, c'è stato senz'altro Matteo Jorgenson. L'americano della Visma Lease a Bike è stata una delle grandi rivelazioni della prima parte di stagione del ciclismo professionistico, in cui ha vinto la Parigi Nizza ed è arrivato secondo al Delfinato. Al Tour, Jorgenson dovrebbe essere la spalla di Vingegaard sulle montagne, ma il primo esame non è stato superato. Sulla salita del Galibier l'americano si è staccato presto lasciando il capitano isolato.

Nel dopo corsa, Jorgenson ha dichiarato di aver vissuto una giornata difficile, anche a causa della caduta di un paio di giorni prima, e di non aver potuto fare il suo lavoro per Vingegaard. "A Jonas sarebbe servito un ritmo ancora più veloce sul Galibier" ha commentato il corridore della Visma.

Jorgenson: 'Mi sembrava di avere la sella alta'

La scalata al Col du Galibier è stata completata a ritmi da record, quasi due minuti meglio del precedente limite che apparteneva ad un altro scalatore di razza come Nairo Quintana. Eppure, secondo Matteo Jorgenson, il ritmo imposto dalla UAE Emirates non è stato sufficientemente duro, ma semplicemente il passo giusto per favorire l'attacco di Pogacar. "Io ho avuto una brutta giornata.

Sono passati due giorni dall'incidente. Abbiamo fatto del nostro meglio, ma a Jonas sarebbe servito un ritmo ancora più veloce sul Galibier per indebolire l'esplosività di Pogacar. Abbiamo capito chiaramente fin dall'inizio che non avevamo il numero sufficiente di corridori per farlo. Io non sono riuscito a spingere al mio ritmo, colpa mia, le gambe non erano buone" ha ammesso Jorgenson.

Il corridore americano, che per la prima volta ricopre un ruolo così importante in un grande giro, ha capito presto di dover correre sulla difensiva sul Galibier, avvertendo delle sensazioni piuttosto strane. "Mi sembrava di avere la sella troppo alta. Può capitare quando le gambe non sono così buone. Sono andato all'ammiraglia per sistemarla" ha raccontato Jorgenson.

Gianetti deluso da Jorgenson

La giornataccia di Matteo Jorgenson ha sorpreso anche gli avversari della UAE Emirates. Mauro Gianetti e Matxin Fernandez, manager e Ds della squadra emiratina, hanno spiegato che questa tattica aggressiva con tutti i corridori a spremersi in testa al gruppo sul Galibier, è stata decisa non solo per preparare l'attacco di Pogacar ma anche per capire la forza dei team rivali. In questo senso la UAE ha vinto nettamente la sfida, riuscendo ad isolare presto sia Roglic che Vingegaard, e dimostrando di avere una formazione di livello superiore.

"Pensavamo che Jorgenson fosse più forte, questo ci ha sorpresi" ha commentato Mauro Gianetti. "Ora per lui potrebbe essere dura, perché sa che sarà Vingegaard a giocarsi la classifica generale" ha aggiunto il manager svizzero.