La Vuelta Espana, che oggi osserva un giorno di riposo, ha vissuto una prima settimana di corsa sorprendente, già ricca di colpi di scena ed entusiasmanti attacchi da lontano. A segnare questa parte iniziale della corsa, oltre all'inattesa maglia rossa di Ben O'Connor, è stato anche il grande caldo con cui il gruppo ha dovuto fare i conti. In molte tappe le temperature sono arrivate a quaranta gradi, ed alcuni corridori hanno accusato dei colpi di calore, come Antonio Tiberi, costretto al ritiro nella frazione di Granada. Il presidente del CPA Adam Hansen ha dichiarato che la situazione è al limite, ma sotto controllo, grazie anche all'ottima gestione organizzativa che ha predisposto un'assistenza capillare ai corridori.

Il canadese Michael Woods si è però mostrato molto critico ed ha chiesto l'applicazione del protocollo per le condizioni meteo estreme. "Abbiamo superato i limiti, ad un certo punto sulla strada c'erano 49 gradi" ha accusato il corridore della Israel.

Woods: 'Abbiamo superato i limiti'

Da alcuni anni, il mondo del Ciclismo professionistico ha adottato un protocollo per gestire le condizioni climatiche più estreme. Questo protocollo viene applicato quando le temperature oltrepassano certi limiti o quando si verificano altre situazioni particolari, come precipitazioni e venti violenti. In questi casi, le corse possono essere annullate o accorciate nel percorso. Alla Vuelta Espana il protocollo non è stato applicato e questo ha suscitato qualche critica da una parte del gruppo.

"Penso che il protocollo per il caldo estremo avrebbe dovuto essere già in atto. Abbiamo superato i limiti" ha dichiarato Michael Woods a Velò.

"Dovevano essere apportate delle modifiche alla corsa, partire prima o accorciare le tappe. Ad un certo punto, sulla strada, ho visto che abbiamo raggiunto 49 gradi. Non è proprio salutare" ha commentato Woods, spiegando che alcune tappe sono andate a rilento anche a causa del caldo eccessivo.

"Abbiamo corso in modo intelligente e regolato il ritmo. Questo rende la corsa meno interessante, ma il caldo sta avendo un impatto sulla nostra salute. Gli organizzatori devono ripensare a come gestiscono il percorso. Avremmo potuto andare prima a nord e scendere al sud dopo" ha dichiarato Michael Woods.

Hansen: 'Solo due o tre hanno detto di fare qualcosa'

Il presidente del CPA, l'Associazione dei corridori, Adam Hansen, ha però dichiarato che le lamentele provengono da una minuscola parte del gruppo e che le condizioni climatiche consentono il regolare svolgimento della Vuelta Espana senza l'applicazione del protocollo. "La maggior parte dei corridori con cui ho parlato, che dovrebbero rappresentare la propria squadra, hanno detto che va bene" ha detto Hansen. "Fa molto caldo, è al limite, ma finché ricevono ghiaccio e borracce ogni 15-20 chilometri va bene, è fattibile. Hanno detto che tutti stanno facendo un buon lavoro nell'aiutare. Abbiamo avuto un supporto extra da Shimano con le borracce e ci sono state motociclette che hanno dato borracce e ghiaccio" ha continuato Hansen, elogiando il lavoro dell'organizzazione.

"Solo due o tre corridori mi hanno detto che bisognava fare qualcosa. Alcuni stanno soffrendo più di altri, ma questo accade anche a temperature diverse" ha aggiunto il presidente del CPA.