Negli scorsi giorni milioni di italiani e milioni di commercialisti hanno dovuto affrontare la questione legata alla scadenza dell'Imu: dopo mesi di confronti e lotte politiche ed una grande confusione su esenzioni e aliquote, si è giunti al termine prorogato del 16 dicembre entro il quale era possibile pagare la seconda rata della tassa sugli immobili senza incorrere in sanzioni.

In queste ore un emendamento delle Legge di stabilità verrà votato alla Camera per far sì che, visto il ritardo con cui le comunicazioni del Governo sono arrivate, anche chi ha effettuato errori di calcolo nel pagamento possa regolarizzare la propria posizione nella prima rata del 2014 senza pagare more.

Intanto chi vuole, può mettersi in regola pagando delle piccole sanzioni.

A pochi giorni dalla scadenza sono infatti molti i cittadini che per vari motivi non hanno provveduto al pagamento: andiamo a vedere nello specifico quali sono le modalità con cui la tassa può essere ancora pagata e quali saranno i costi aggiuntivi a cui si dovrà andare incontro.

Per il calcolo della mora si deve ovviamente partire dalla verifica dell'ammontare che va pagato: esistono diversi calcolatori online che danno la possibilità di effettuare il conteggio del totale da versare ma per incorrere in errori (e dunque in ulteriori sanzioni) è preferibile rivolgersi ad uno studio di professionisti.

Ottenuta la somma da versare, si deve procedere con il calcolo degli interessi e delle sanzioni: si deve tenere conto che gli interessi sono calcolati su base giornaliera e che la mora, con il passare dei giorni di ritardo, aumenta.

La voce relativa agli interessi va calcolata considerando il tasso del 2,5% su base annua, mentre la parte relativa alle sanzioni va conteggiata a seconda dei giorni trascorsi dopo la scadenza:

  • entro 14 giorni dalla scadenza, si calcola lo 0,2% al giorno di sanzione.
  • tra il 15esimo e il 30esimo giorno successivo al termine del 16 dicembre sanzione sarà del 3%
  • oltre il 30 giorni dalla scadenza del termine ultimo è possibile ravvedersi pagando una sanzione del 3,75% alla quale va sommata la parte relativa agli interessi.