Ricostruire l’effettiva capacità contributiva di ognuno in base alle spese sostenute nell’anno utilizzando lo strumento del redditometro: l'esordio del nuovo sistema a disposizione del Fisco è sempre più imminente, soprattutto adesso che in ottemperanza a quanto richiesto dal Garante della privacy (così come riportato da 'Il Sole24Ore') , l’Agenzia delle Entrate ha incluso nel 730 e nelle dichiarazioni dei redditi 2014 l’informativa sul possibile utilizzo dei dati personali di ognuno.
L’agenzia delle Entrate, in quanto soggetto pubblico, non reca comunque l'obbligo di acquisire il consenso degli individui interessati per poter trattare i loro dati personali, dati che - fanno sapere dall’Agenzia - saranno impiegati per effettuare accertamenti tributari e come elementi probanti in caso di successivo contenzioso col Fisco stesso.
Insomma, il capitolo tasse 2014 si fa sempre più rovente.
Tasse 2014: il Redditometro ‘entra’ nel 730, ecco come il Fisco controllerà i contribuenti - In caso di mancate spiegazioni scatta il ‘fitto figurativo’
Grazie al redditometro, l’Agenzia incrocerà il reddito dichiarato dal contribuente con le spese effettivamente sostenute durante l’anno e metterà il tutto in relazione ai possessi certificati (bene immobili, vetture, ecc...); per tutti i coloro i quali, in seguito ai calcoli, dovessero verificarsi scostamenti pari o superiori ai 20 punti percentuali scatterà la selezione, ovvero sia un confronto diretto.Una volta invitato a interfacciarsi di presenza con gli addetti a ciò preposti dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente sarà chiamato a rispondere ai quesiti che gli verranno posti, indicando tutti i perché dello scostamento rilevato a suo carico. Nel caso non si presenti o non fornisca le dovute spiegazioni, il contribuente di turno andrà incontro al cosiddetto ‘fitto figurativo’, con tutte le conseguenze del caso.
La lotta all’evasione si fa insomma sempre più dura, e gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione finanziaria vanno moltiplicandosi; imperativo chiave recuperare dunque il gettito mancante scovando, laddove possibile, le numerose sacche di evasione disseminate nel territorio.
Di certo una via concreta e produttiva per incrementare le entrate senza passare necessariamente sulla pelle dei contribuenti; l’Italia, come risaputo, è uno dei paesi al mondo col più alto livello di pressione fiscale, e nonostante le dichiarazioni rilasciate a fine anno dal Premier Letta - ‘Il 2014 sarà l’anno dell’alleggerimento della pressione fiscale dopo anni di inasprimenti’ - le cose sembrano al momento prendere un’altra piega.
A tenere in particolare banco la confusionaria configurazione delle tasse sulla casa (pensiamo in particolare alla bagarre per le aliquote Tasi), per non parlare degli strascichi trascinatisi dal 2013 (pensiamo al pagamento della Tares o all’obbligo di versamento della Mini-Imu 2013-2014).
A completare il quadro, il taglio delle detrazioni Irpef, previsto con un meccanismo proporzionale a raggiera che interesserà anche il 2015. Il capitolo tasse 2014, contrariamente a quanto dichiarato da Letta, rischia insomma di divenire un vero e proprio incubo per gli italiani. Speriamo che i fatti scongiurino un simile scenario.