Il taglio dell'IRAP coinvolge circa un milione e 700 mila persone fisiche più un milione e 300 mila società divese tra società di capitali e società di persone.

Riportiamo sotto alcuni esempi di come cambierà la tassazione per tipologie d' imprese;

  • Imprese dal 3,9% al 3,5%
  • Banche dal 4,65% al 4,2%
  • Assicurazioni dal 5,9% al 5,3%
  • Concessionarie dal 4,2% al 3,8%
  • Aziende agricole dall'1,9% all'1,7%

Il taglio del 10% sull'IRAP dovrebbe portare alle aziende un risparmio di un milione e 200 mila euro nel solo anno 2014, per poi arrivare a raddoppiare la cifra per il prossimo anno; invece se si calcola il risparmio medio per settore i liberi professionisti risparmierebbero circa 73 euro all'anno, le società di persone circa 170 euro e le società di capitali quasi 1.500 euro all'anno.

Ma come compensare il minor gettito IRAP?

Il Governo Renzi non ha mai nascosto che per compensare le minori entrate che verrebbero a mancare dalle casse dello Stato aumenterebbe l'aliquota sui conti correnti. Oggi, infatti, è stata pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del decreto che prevede l' aumento delle aliquote dal 20% al 26% per le rendite finaziarie che andranno a colpire direttamente i comuni cittadini attraverso i loro risparmi. Come? Aumentando le tasse sui conti correnti e conti di deposito.

Come aumenteranno le tasse sui conti correnti?

La norma incomincerà a dare i suoi effetti sui redditi dei cittadini dalla metà del 2014 e prevede che le aliquote passino dall'attuale 20% al 26%, con un aumento di 6 punti percentuali.

Gli strumenti finanziari colpiti saranno i conti correnti e i conti deposito mentre saranno escluse le aliquote dei titoli di Stato che rimarranno tassati al 12,50%.

Verranno coinvolti nell'aumento delle aliquote i conti correnti, i conti deposito, le azioni, i dividendi e il denaro maturato sulle giacenze presenti sui conti postali.

Si calcola che l'aumento delle aliquote porterebbe portare nelle casse dello Stato 2 miliardi per il 2015 e arrivare a quasi 3 miliardi nel 2016. Appare chiaro che oltre a tassare le banche per la rivalutazione delle quote possedute in Banca d'Italia verranno tassati anche i cittadini attraverso i loro risparmi.