In base all'articolo 4 del Decreto Legislativo 23/2011, i comuni possono creare un'imposta di soggiorno, che i visitatori non residenti che alloggiano nelle strutture alberghiere e ricettive del territorio di appartenenza del comune stesso dovranno pagare. L'imposta, approvata il 14 marzo 2011, riscossa direttamente dalle strutture alberghiere, viene calcolata ad personam in base alle notti di soggiorno.

La legge che prevede tale imposta offre libertà di azione a quei comuni che fanno parte delle località turistiche o città d'arte.

Tassa di soggiorno fonte di guadagno per i comuni

Dopo che era stata abolita nel 1991, la Tassa di Soggiorno è stata accolta con favore da molti Comuni che vedono in essa una grossa fonte di guadagno, mentre altri comuni hanno rinunciato.

Questa diversità, che si manifesta anche nei costi e nelle modalità di applicazione della tassa, non è certamente un buon biglietto da visita per il turismo italiano, poiché la mancanza di un'unica direttiva crea spesso caos nei turisti.

Differenza di costi in base al tipo di struttura e periodo di soggiorno

Mentre alcuni comuni hanno fissato una quota uguale per tutti i visitatori, altri hanno preferito differenziare ancora di più in base al tipo di struttura e di camera, o in base al periodo di soggiorno, se si tratta, cioè, di bassa o alta stagione in cui essi si trovano nel territorio.

Ulteriore differenziazione sta anche nel limite massimo di notti per le quali è possibile fissare la tassazione: si va da 5 a 30 notti, fino all'assenza totale di tale indicazione.

Portatori di handicap, bambini e anziani

Allo stesso modo, se da un lato è previsto che i portatori di handicap non paghino in tutte le strutture, non è altrettanto chiaro ed omogeneo tra i vari comuni, a quale età, sia per quanto riguarda i bambini, sia per quanto riguarda gli anziani, tale imposta non sia più applicabile.

Modalità di versamento della tassa

La mancanza di uguaglianza tra i vari comuni emerge anche nella modalità con cui deve avvenire il versamento di tale tassa: in modo mensile, annuale o ogni 15 giorni, ogni amministrazione gestisce tale imposta in modo totalmente autonomo.

L'imposta non può superare i 5,00 euro a notte a persona

L'imposta di soggiorno, che al momento non può superare i 5,00 Euro a notte per persona, non è stata accolta bene dai turisti, ma neanche dai gestori delle strutture ricettive che vedono in essa un deterrente per i turisti, che in città come Roma (la prima a istituire tale imposta), Torino, Verona e Pisa hanno sempre visto il fulcro delle vacanze italiane.