Se le decisioni prese da Renzi in queste ultime settimane fossero state prese da qualsiasi altro Premier di sinistra sarebbe scoppiata la Rivoluzione in Italia. Ma non si sa perché visto che le fa il suo "Governo del Fare", tutto va bene. Sono giorni che Renzi continua a ribadire che non imporrà nuove tasse agli italiani: e certo, basta aumentare quelle vecchie. Lo ha scoperto il Sole 24 Ore che ha letto tra le righe della bozza della Legge di Stabilità, ed ha scoperto delle cose davvero spaventose.

L'aumento dell'Iva

Quando Monti aumentò l'aliquota Iva dal 20 al 22% accadde il finimondo, e per molti quello fu il primo passo verso il baratro di colui che da salvatore dell'Italia si ritrovò, di lì a qualche mese, con una manciata di voti alle elezioni.

Il partito del 41% alle ultime elezioni europee e che punta al 51% ha inserito una clausola nell'ultima Legge di Stabilità che porterà l'Iva dall'attuale 22% al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018. Solo che stavolta non si è registrata la solita levata di scudi.

Ma non solo. A pagare sono anche coloro che godevano finora dell'Iva agevolata. Parliamo di chi commercia in beni primari, per intenderci pane, pasta o anche nelle transazioni per la prima casa, che finora avevano un'Iva al 10%. Nei piani di Renzi entro il 2016 l'aliquota verrà aumentata al 12%. Ed anche chi guadagna poco, come quelli che godono oggi del regime dei minimi, vedrà triplicata la propria tassazione dal 5 al 15%, senza possibilità di scaricare le spese sostenute per la propria attività, ad eccezione delle spese previdenziali.

Tra le altre tasse aumentate poi dobbiamo aggiungere le accise sulla benzina che, secondo studi di settore, nel 2015 dovrebbero portare ad un aumento complessivo di 1 miliardo di euro; quelle sui fondi previdenziali che vedono l'aliquota quasi raddoppiare, dall'11,5 al 20%; il bollo auto imposto anche alle auto storiche che, secondo l'Asi, potrebbe costringere centinaia, forse migliaia, di possessori di auto di valore storico a liberarsene; e poi dulcis in fundo, il capolavoro fatto con l'Irap.

La truffa dell'Irap

Negli ultimi mesi Renzi si vantava di aver trovato le risorse per ridurre l'Irap alle imprese. Secondo quanto riporta oggi il Sole 24 Ore, non è proprio così. Prima di tutto infatti, la riduzione dell'Irap riguarda l'abolizione della componente lavoro. Detta in termini più semplici, vedono una riduzione delle tasse solo le aziende che hanno dipendenti a tempo indeterminato.

Dunque un'azienda senza dipendenti, per esempio una piccola ditta familiare, o una che ha lavoratori con contratti atipici, non otterrà alcuno sconto. Ma non finisce qui. Lo sconto si avrà nel 2015, ma intanto l'imposta del 2014 è stata aumentata retroattivamente dal 3,5 al 3,9%. Insomma, oltre al danno anche la beffa.