Arriva la doccia fredda per tutti i contribuenti: i Comuni non sono pronti ad inviare ai cittadini i bollettini premarcati per effettuare il pagamento di quanto dovuto per la Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili), secondo quanto comunicato sul sito internet leggioggi.it. Gli Enti locali, in base a quanto previsto dalla normativa in vigore, hanno l'obbligo di inviare i bollettini in questione ma non hanno le risorse sufficienti per adempiere alla legge in vigore. Di certo, c'è che la scadenza della prima rata in acconto è stata fissata al 16 giugno 2015.
Poi, il 16 dicembre prossimo, il pagamento del saldo.
La maggior parte dei Comuni non hanno le risorse necessarie per adempiere a quanto previsto dalla normativa in vigore
Così, ad un mese di distanza dal primo versamento, la maggior parte dei Comuni non hanno la possibilità di adempiere alla norma stabilita dalla precedente finanziaria del 2013, approvata dal governo Letta, nella quale veniva istituita la Tasi che sostitutiva l'Imu sulla prima casa. Ad 'alleviare' parzialmente i Comuni dall'obbligo di inviare i bollettini era giunto, il 23 maggio 2014, un decreto ministeriale e, successivamente la legge 89 del 2014, la quale specificava che l'invio era opzionale, cioè solo su richiesta dell'interessato.
Questo per quanto riguarda la legge in vigore. In realtà, come più volte evidenziato da diverse associazioni del settore, è praticamente impossibile conoscere i soggetti passivi dato che i Comuni non riescono ad entrare completamente negli archivi catastali.