Forse perché ha una nomea orribile nell'immaginario dei cittadini (e non solo nell'immaginario), forse perché consapevole di essere odiata, sembra quasi che Equitalia si sia messa una mano sulla coscienza per aiutare i cittadini in difficoltà e condonare i loro debiti ma... Non è proprio così. Vediamo il perché.

Chi può beneficiare del condono

Le cartelle esattoriali che potranno rientrare nel condono tombale deciso da Equitalia, dovranno possedere due requisiti fondamentali: riguardare un debito complessivo non superiore ai 2 mila euro ed essere relative al periodo antecedente il 31 dicembre 1999.

Sedici anni fa?! Ma allora chi beneficerà veramente di tale magnanimità?

Nella pratica riusciranno ad usufruire del condono di Equitalia coloro che hanno piccoli debiti con le amministrazioni comunali o multe per infrazioni al codice della strada, considerando poi il periodo di riferimento, prima del 31/12/1999, potrebbe anche verificarsi il paradosso che alcuni debitori siano addirittura deceduti (del resto parliamo di condono tombale) o magari emigrati all'estero, per non parlare di coloro che si dimenticheranno di presentare domanda di condono per un debito contratto nel millennio scorso.

La farsa del condono

In realtà, per come è stato concepito il condono, i veri beneficiari saranno non tanto i cittadini, quanto le amministrazioni comunali creditrici che potranno, in tal modo, fare una bella pulizia dei bilanci ed eliminare i crediti ormai non più esigibili.

La stessa Equitalia riuscirà ad avvantaggiarsi, infatti, come ha notato e sottolineato il Fatto Quotidiano, sarà rimborsata delle spese anticipate per le riscossioni non andate a buon fine. Nel frattempo, tutte le procedure in corso e non condonabili andranno in carico degli enti creditori.

Di fatto è la solita farsa all'italiana, il classico specchietto per le allodole, ma i vantaggi e i benefici per i cittadini sono praticamente nulli, mentre artigiani, piccoli imprenditori, professionisti, lavoratori autonomi, insomma la larga schiera delle partite IVA (cioè tutti coloro che stanno pagando pesantemente gli effetti della crisi economica), rimarranno strangolati nella morsa del debito contratto.