Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito, tempo fa, la data del 16 dicembre come quella del funerale della Tasi. Infatti, come confermato dalla Legge di Stabilità, la Tasi non si pagherà più dal 2016 e su questo punto, il Premier con il suo Esecutivo, sono stati di parola. Come dicevamo però, il 16 dicembre scade il saldo 2015, l’ultima rata di Tasi dovuta per l’anno che se ne sta andando. Vediamo le novità al riguardo e cosa c’è da sapere prima di mettere in soffitta l’odiato balzello.

Cosa deve fare il cittadino

La Tasi è il tributo sui servizi indivisibili e grava sulle abitazioni che i cittadini utilizzano come prima casa.

La normativa su questo tributo non è uguale per tutti, o meglio, pur partendo da un quadro normativo nazionale, varia da comune a comune in base alle scelte di ogni amministrazione locale. Come negli anni passati e come per la rata di acconto che abbiamo versato lo scorso giugno, tra delibere emesse in ritardo e varie sanatorie prodotte dalle giunte locali, la confusione continua a regnare sovrana. La scadenza del 16 dicembre serve per pagare il saldo del 2015 e nella migliore delle ipotesi si pagherà la stessa cifra di quanto pagato a giugno. Compito del cittadino però, sarà quello di controllare se il proprio Comune abbia o meno pubblicato la delibera di aggiornamento dell’imposta. Questo perché con il saldo si dovrebbe pagare anche l’eventuale conguaglio che potrebbe essere dovuto qualora il Comune abbia aumentato le aliquote o se a giugno il Comune non abbia fatto in tempo a deliberare sulle nuove percentuali dovute per il 2015.

Infatti, molti cittadini hanno pagato come acconto, a giugno, gli stessi importi dovuti nel 2014 proprio alla luce dei ritardi con cui molti comuni hanno deliberato le variazioni 2015.

L’ultimo pagamento sarà un salasso?

Come già detto, la rata di dicembre sarà quanto meno la stessa pagata a giugnoa meno che un Comune virtuoso, abbia approvato una delibera per nuove aliquote entro il 30 luglio 2015.

Questa data è molto importante perché rappresenta il termine ultimo concesso dal Governo per deliberare sul tema della Tasi. Le delibere approvate oltre questa data possono essere ignorate dal contribuente che andrebbe a pagare la stessa cifra versata a giugno. Nella discussione sulla Legge di Stabilità però, il PD, probabilmente accortosi dell’errore, ha prodotto un emendamento per sanare questa anomalia.

In parole povere si cerca di rendere valide ai fini del saldo di dicembre anche le delibere approvate dai Comuni entro il 30 settembre. Come sappiamo però, la Legge di Stabilità avrà valore dal 1° gennaio 2016, quindi tutte le norme inserite nel testo, compreso questo eventuale emendamento del PD, non farebbe in tempo ad essere applicato per il saldo Tasi. I Comuni interessati dovrebbero essere poco meno di un migliaio ed hanno già provveduto a chiedere al Governo che questa sanatoria sia attuata immediatamente. Dal Governo però fanno sapere che difficilmente si potrà dare il via libera ad una cosa del genere perché essendo stata abolita la Tasi, molti potrebbero vedere questo aumento di aliquote dell’ultimo minuto come un atto che consenta ai Comuni di recuperare parte del gettito della Tasi che perderanno a partire dall’anno prossimo.