In arrivo targa e bollo obbligatorio per le bici? Sembra essere questo il contenuto di un emendamento al ddl di riforma del Codice della Strada presentato dal senatore del Partito Democratico Marco Filippi.

La notizia è stata diffusa dal sito BikeItalia, dando il via ad una ondata di proteste guidate dall’hashtag #LaBiciNonSiTocca, da parte di migliaia di ciclisti, già sfiancati dalla quotidiana lotta contro la mancanza di piste ciclabili e la prepotenza degli automobilisti.

Il senatore Filippi ha cercato di correggere il tiro, spiegando il senso della sua proposta, ma niente, finora, lascia pensare che possa recedere dal suo proposito di rendere obbligatorio targa e bollo per le bici.

La proposta del senatore Pd: targa e bollo obbligatorio per tutte le biciclette?

L’emendamento del senatore Filippi prevede l’obbligo di identificazione delle biciclette e l’introduzione di ‘un’idonea tariffa per i proprietari’ che, tradotto dal burocratese vuol dire targa e bollo obbligatorio.

Dopo i primi tweet di proteste nei confronti del senatore democratico, è stato lo stesso Filippi a specificare che la sua proposta si riferisce, in realtà, ai veicoli a pedali adibiti a trasporto di merci e persone per attività commerciali, sulla scia del divieto con cui il commissario prefettizio Tronca ha vietato la circolazione dei risciò a Roma.

Una spiegazione che non convince neanche i suoi compagni di partito che, pur riconoscendo la buona fede nelle intenzioni del collega di regolamentare un settore che sfugge ai controlli, sottolinea come, spesso, gli emendamenti abbiamo bisogno di una riscrittura per poter essere pienamente compresi.

Le proteste dei ciclisti contro l’ipotesi di targa e bollo obbligatorio

La protesta, intanto, monta in rete, raccogliendosi sotto l’hashtag #LaBiciNonSiTocca, dove si possono leggere i commenti preoccupati di chi già immagina i vigili urbani impegnati a bloccare le biciclette da cui pendono le buste della spesa, sospettate di fare consegne a domicilio per il fruttivendolo del quartiere.

E così, mentre in Francia si incentiva l’utilizzo quotidiano della bicicletta con il riconoscimento di una remunerazione in base ai chilometri percorsi per recarsi al lavoro, il disegno di legge di riforma del Codice della Strada, già approvato alla Camera e attualmente in discussione in Commissione Trasporti al Senato, rischia di contenere una norma che andrebbe a penalizzare economicamente chi utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi a scuola o al lavoro.